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Questo articolo è stato pubblicato il 16 febbraio 2011 alle ore 18:50.

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Il fotovoltaico cresce del 160% (Corbis)Il fotovoltaico cresce del 160% (Corbis)

LONDRA - Un vero e proprio boom: il settore fotovoltaico in Italia ha registrato un incremento del 160% della potenza installata lo scorso anno e in totale la potenza delle energie rinnovabili ha superato i 30 gigawatt. Lo ha rivelato ieri Emilio Cremona, presidente del Gestore dei Servizi Energetici (Gse) a Londra a un seminario sull'energia solare.
Sul fronte delle energie rinnovabili, e in particolare nel settore fotovoltaico, l'Italia ha fatto passi da gigante e per questo viene considerata un esempio da seguire per la Gran Bretagna, che è indietro di qualche anno. Per questo la sala del seminario londinese "Focus on Solar Energy", organizzato da Next Energy Capital, ieri era stracolma.
«È uno dei pochi settori – afferma Stefano Sommadossi, co-Ceo di Next Energy, merchant bank londinese specializzata nelle rinnovabili – che attrae investimenti consistenti ed è un settore di export potenziale per le imprese italiane. Nei prossimi dieci anni 2.900 miliardi di euro verranno investiti in energie rinnovabili e l'Italia rappresenta il 9%, circa 265 miliardi. E' una grande opportunità».

Anche secondo Cremona, al di là dei progressi fatti, restano grandi opportunità di sviluppo in Italia, che potrà essere «terra di passaggio per l'energia che viene dal Nord Africa e passando dalla Sicilia va verso i grandi consumatori del Nord Europa». Venti Comuni, molti dei quali siciliani, hanno aderito all'iniziativa "Sostenibile" di Next Energy per produrre energia pulita, rendere il proprio territorio energeticamente indipendente e diventare poi esportatori di energia. Un altro progetto che sta a cuore a Gse è Corrente, una rete ad adesione volontaria (sarà presentata l'8 marzo in un convegno a Borsa Italiana) aperta alle nostre imprese delle rinnovabili che puntano a "fare sistema" per competere all'estero. Già 600 le adesioni.

Di recente molti investitori, come il colosso del private equity Terra Firma, sono stati attratti dai forti incentivi garantiti dall'Italia. Ora la situazione è in evoluzione. «Credo – ha detto Cremona – che l'Italia debba ridurre gli incentivi nel solare, bisogna trovare un giusto compromesso e pensare alle bollette». Anche secondo Michael Bonte-Friedheim, co-Ceo di Next Energy Capital, «bisogna aggiustare il sistema per tenere conto dell'evoluzione del mercato ma garantendo redditi ragionevoli agli investitori».
E proprio sul decreto predisposto dal Governo italiano per la revisione degli incentivi alle rinnovabili il Parlamento di Roma sta trasmettendo a Palazzo Chigi le sue osservazioni. Da segnalare in particolare due richieste: tempi dimezzati, massimo sei mesi, per il varo dei decreti attuativi; forti azioni antispeculative prevedendo importi significativi nelle cauzioni e nei depositi legati alle domande di autorizzazione.

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