Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 24 aprile 2011 alle ore 14:03.

My24

L'obiettivo era a portata di mano: arrivare a coprire con fonti rinnovabili il 20% della domanda di energia entro il 2020. Poi la crisi economica ha costretto il Governo spagnolo a tagliare su tutto: partendo dagli stipendi pubblici e dalle infrastrutture, dalle pensioni e dai budget dei ministeri, per arrivare fino ai sussidi per gli impianti fotovoltaici. Uno stop troppo brusco che ha spiazzato l'industria del solare e ha fatto arrabbiare Bruxelles ma che non può cancellare alcuni primati "verdi" conquistati dalla Spagna, soprattutto nell'energia eolica.
Con il piano di promozione delle energie rinnovabili annunciato dal Governo popolare di José Maria Aznar alla fine degli anni Novanta, la Spagna si era data l'obiettivo di arrivare nel 2010 a coprire con fonti rinnovabili il 12% della domanda di energia, per sfiorare nell'energia elettrica una quota vicina al 30 per cento. Spingendo soprattutto sull'eolico e sul solare. Nei patti con l'Europa con orizzonte al 2020, la Spagna - questa volta con José Luis Zapatero al timone - si era impegnata a raggiungere una quota di rinnovabili del 22,7% sui consumi totali di energia: oltre il 40,2% nell'elettricità, il 18,9% nel riscaldamento, il 13,6% nei trasporti.

Fino all'anno scorso la tabella di marcia era stata rispettata: nell'energia elettrica con largo margine (già toccato il 35% da rinnovabili) e con qualche difficoltà nella domanda di energia complessiva. Il Governo era intervenuto con decisione pompando sussidi pubblici nell'energia verde: nel 2009 per una spesa complessiva di 6,2 miliardi di euro, oltre il 40% a favore del fotovoltaico.
Fino a due anni fa Zapatero - quando già il mondo aveva visto il crack Lehman ed era entrato in recessione - indicava nelle energie rinnovabili una delle vie per uscire dalla crisi: «L'economia verde - diceva il premier socialista - sarà tra i principali fattori della crescita mondiale, così come gli anni Novanta sono stati segnati dall'economia dell'informazione».

Poi è arrivato il blocco ai sussidi. Dopo aver eliminato le sovvenzioni all'eolico il Governo dal 2011 ha diminuito - con effetto retroattivo - i finanziamenti al fotovoltaico: del 45% per gli impianti a terra (incentivati per 258 euro per megawatt), del 25% per gli impianti su tetto (286 euro per megawatt) e del 5% per impianti di piccole dimensioni (320 euro per megawatt). «Nel solare eravamo i buoni. E in due anni siamo diventati i cattivi del film», dice Antonio Montesinos, della confederazione sindacale spagnola, preoccupato per la perdita di posti di lavoro nel settore.
Zapatero è intervenuto per risanare i conti pubblici - il risparmio per lo Stato è calcolato in circa un miliardo di euro - e per sgonfiare una potenziale bolla speculativa: come per le case anche per gli impianti fotovoltaici le banche iberiche hanno concesso crediti a pioggia, fino all'80% del valore dell'investimento, accumulando partite a rischio per 30 miliardi. Ma la decisione di Madrid è stata criticata a Bruxelles: «I cambiamenti sulle politiche energetiche con effetti retroattivi sono discutibili. L'industria deve essere messa nelle condizioni di pianificare e investire», ha detto il tedesco Günther Oettinger, commissario Ue all'Energia.

Nonostante i tagli agli aiuti pubblici la Spagna conferma la sua vocazione alle fonti rinnovabili (con più forza dopo i dubbi rimbalzati dal Giappone sul nucleare). L'anno scorso ha realizzato un sesto dei nuovi impianti eolici della Ue per una capacità di 1.516 Megawatt - con un investimento superiore ai due miliardi di euro - che ha portato la sua capacità totale a 20.676 megawatt: seconda solo a quella della Germania, pari a un quarto dell'eolico dell'Unione europea.
Sfruttando un anno particolarmente ventoso, la Spagna ha addirittura superato per la prima volta la Germania, conquistando il primato continentale nella produzione di energia eolica: 42.976 gigawattora contro 36.500.
Passato l'esame del 2010 da protagonista dell'energia verde, anche Madrid, dovrà attendere una solida ripresa economica, per cercare di mantenere le promesse fatte all'Europa per il 2020 sulle rinnovabili.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.