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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2011 alle ore 10:32.
Uno dei problemi principali delle fonti di energie rinnovabili è dove mettere l'energia che si produce per poterla utilizzare quando se ne ha bisogno. È un problema che hanno gli impianti fotovoltaici , quelli eolici e tutti quelli che sfruttano una fonte di energia intermittente, che non sempre è disponibile.
Adesso un'azienda americana, la Aquion Energy di Pittsburgh, in Pennsylvania, promette di essere vicina alla soluzione. La Aquion ha annunciato che metterà presto sul mercato nuove batterie capaci di stoccare grandi quantità di energia a basso costo realizzate con nuovi componenti elettrolitici a base di sodio e manganese. Il costo potrebbe aggirarsi sui 300 dollari per kWh da immagazzinare, che non sembra proprio pochissimo: un kWh è l'equivalente del consumo di un ferro da stiro usato per un'ora. Però il dispositivo sarebbe in grado di sopportare 5.000 ricariche e promette un'efficienza dell'85%. Il "trucco", rispetto ai dispositivi agli ioni di litio che sono in uso oggi, sarebbe nel fatto che gli ioni di sodio sono più abbondanti ed economici mentre la soluzione acquosa che li contiene risulterebbe molto facile da governare e anche questa a buon mercato.
Di più, la batteria sarebbe in grado di aiutare le aziende a far fronte anche ai picchi di potenza che si verificano durante il funzionamento degli impianti, che rappresentano un problema analogo a quello dell'accumulo dell'energia, ma che difficilmente possono essere risolti con lo stesso sistema. Potrebbe essere prodotta in singoli moduli più piccoli da collegare tra loro. E, infine, sarebbe completamente riciclabile in tutti i suoi componenti.
In realtà è da molto tempo e in molti modi che i centri di ricerca si scervellano per riuscire a creare la batteria del futuro o un altro sistema di accumulo dell'energia efficiente e facile da utilizzare. L'annuncio della Aquion Energy, però, evidentemente è sembrato credibile, dal momento che la società ha raccolto 30 milioni di dollari di venture capital per avviare la produzione in grande scala e sta già realizzando un prototipo. Questo primo accumulatore, in realtà, finirà in mano a una società olandese, la Kema , che si occupa di consulenza e certificazione per gli impianti di produzione energetica e non della produzione stessa.
paolo.magliocco@videoscienza.it
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