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Questo articolo è stato pubblicato il 23 dicembre 2011 alle ore 14:22.

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La vernice prodotta dai laboratori della Notre Dame UniversityLa vernice prodotta dai laboratori della Notre Dame University

Che cosa ne direste se la carrozzeria della vostra auto si mettesse a produrre energia elettrica, insieme ai pali della luce e a una miriade di altri oggetti metallici che vi circondano? Per ottenere il risultato potrebbe essere sufficiente ridipingerli con una nuova vernice fotovoltaica, capace, grazie alle nanoparticelle che contiene, di trasformare la luce del sole in energia. La vernice esiste già e l'ha messa a punto un gruppo di ricercatori americani della Notre Dame University che, a dispetto di quello che farebbe pensare il nome, non si trova in Francia bensì nello Stato dell'Indiana, vicino alla cittadina di South Bend e a un centinaio di chilometri da Chicago.

Nella corsa a trovare nuovi sistemi per sfruttare l'energia più abbondante e disponibile che abbiamo, quella della vernice è una strada ancora poco battuta, anche se ci sono tentativi addirittura di realizzare soluzioni da spruzzare su qualunque superficie per renderla sensibile alla luce solare. La strada più battuta per il fotovoltaico di seconda generazione, però, è quella di cercare film sempre più sottili e basati su composti diversi dal silicio, in particolare polimeri plastici, per avere pannelli fotovoltaici che possano essere più economici, più efficienti come quantità di energia prodotta e più facili da applicare.

La miscela giusta per il fotovoltaico da spalmare è stata trovata da un gruppo di chimici e biochimici del laboratorio per le nanoscienze e le nanotecnologie del campus statunitense partendo da particelle con grandezze dell'ordine dei milionesimi di millimetro di biossido di titanio. Le particelle sono poi state ricoperte di composti a base di cadmio e infine messe in sospensione in una soluzione a base di alcol e trasformate così in una bella e brillante vernice gialla facile da utilizzare. Basta ricoprire con questo composto un materiale che sia buon conduttore di energia ed esporlo al sole per ottenere elettricità. Poca, certamente, nell'ordine dell'uno per cento, ovvero dieci volte di meno rispetto a un pannello fotovoltaico in commercio oggi. Ma è una sfida che potrebbe anche avere un futuro. «La nostra idea è di creare qualcosa che vada oltre la tecnologia attuale basata sui pannelli di silicio», spiega Prashant Kamat, a capo del gruppo di ricerca della Notre Dame University, «e questa soluzione è estremamente semplice ed economica. La vernice può essere prodotta a basso costo e in grandi quantità e applicata a qualunque materiale conduttore senza dover ricorrere a sistemi particolari. Contiamo anchedi riuscire a migliorare l'efficienza che abbiamo ottenuto fino ad ora». Insomma, gli scienziati ci credono e per dimostrare che non temono lo scetticismo hanno battezzato la loro invenzione Sun-believable, che suona molto simile a unbelievable, ovvero incredibile.

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