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Questo articolo è stato pubblicato il 11 gennaio 2012 alle ore 11:23.
Anche gli Emirati Arabi, grandi produttori di petrolio e grandissimi consumatori di energia, hanno deciso di sposare le energie rinnovabili. A Dubai è stato appena annunciato l'avvio del progetto di un grandioso impianto per lo sfruttamento dell'energia solare che porterà a produrre 10 Megawatt nel giro di due anni e poi un Gigawatt entro il 2030. «Gli Emirati mirano a realizzare lo sviluppo sostenibile e a creare un'economia competitiva per un futuro meno dipendente dalle risorse petrolifere, attraverso le fonti di energia rinnovabili», ha dichiarato il presidente del Consiglio supremo per l'energia di Dubai, lo sceicco Ahmad bin Said Al Maktoum, in occasione dell'inaugurazione del progetto. E a testimoniare l'importanza che viene data nel piccolo Stato arabo a questo impianto c'è anche la scelta di intitolarlo allo stesso sceicco di Dubai, Mohammad bin Rashid Al Maktoum.
L'annuncio arriva assai tempestivo, visto che nella capitale Abu Dhabi sta per aprirsi il World Future Energy Summit che si svolgerà dal 16 al 19 gennaio. Dubai e gli Emirati arabi, insomma, sembrano convinti che sia davvero arrivato il momento di pensare a cosa fare per ridurre la propria dipendenza dal petrolio. Il tesoro di oro nero sul quale sono seduti continua a garantire alti standard di vita e alti consumi, ma gli sceicchi sono sempre più consapevoli del fatto che un giorno tutto questo potrebbe cambiare e forse sta già cambiando. In effetti Dubai aveva annunciato da tempo l'intenzione di realizzare un progetto importante per lo sfruttamento dell'energia rinnovabile, pur senza mai fornire molti dettagli. Anche questa volta la notizia dell'inaugurazione è stata data solo attraverso l'agenzia di stampa del Kuwait Kuna. L'impianto, per quello che si sa, sfrutterà due diverse tecnologie: quella più diffusa del fotovoltaico, con la produzione di energia elettrica direttamente attraverso pannelli, e quella del solare a concentrazione, con grandi specchi capaci di convogliare i raggi del sole verso serbatoi di sali fusi che alimentano poi la generazione di vapore in grandi turbine. Il costo del Solar Park è stato calcolato in 2,5 milioni di euro e sarà per la prima parte interamente a carico dello Stato o delle compagnie statali che si occupano di energia, come Dubai Petroleum Establishment ed Emirates National Oil Company. Poi potrebbero entrare anche capitali privati, attraverso la creazione di fondi o partnership. A regime, nel 2030, il Solar Park dovrebbe garantire il 5% dell'energia del Paese, che si sta impegnando per arrivare a una riduzione delle emissioni di gas serra nell'atmosfera del 30% entro i prossimi vent'anni. In realtà, per ora Dubai, nonostante le condizioni climatiche estremamente favorevoli, produce appena 4,5 Megawatt di energia dal Sole. Un progetto ancora più grandioso annunciato dall'emirato è quello per la realizzazione di Masdar, che dovrebbe essere la prima città del mondo a impatto zero e che per ora, però, esiste solo come istituto di ricerca che sta mettendo a punto il progetto di questa metropoli del futuro e un sito internet.
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