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Questo articolo è stato pubblicato il 21 novembre 2012 alle ore 19:15.
La gestione dell'energia è una variabile importante per le grandi aziende italiane, non solo del comparto industriale, ma la figura preposta a questo compito, l'energy manager, rimane ancora abbastanza sconosciuta nel nostro Paese.
A fare un po' di chiarezza ci ha provato la seconda indagine in materia dell'Osservatorio energy management, realizzata da Strategic management partners in collaborazione con la rivista Energia24 del Gruppo 24 Ore.
Secondo lo studio, nella maggior parte dei casi l'energy manager è una figura tecnica, che non ha un inquadramento dirigenziale nonostante la rilevanza economica dei progetti che segue. Raramente si dedica esclusivamente all'energia e, molto spesso, non è il decisore finale degli interventi di efficienza e nella scelta dei fornitori di elettricità e gas.
L'energy manager, infatti, si fa carico di raccogliere le offerte soltanto nel 36% dei casi ed è il decisore finale appena nel 10% delle aziende prese in esame. L'ultima parola, insomma, spetta spesso all'amministratore delegato. In ogni caso, la trattativa per la scelta del fornitore richiede tempi lunghi: viene avviata tipicamente 3-4 mesi prima dell'inizio della fornitura elettrica, mentre per il gas può durare anche 5-6 mesi. In chiusura della ricerca (fine ottobre), il 76% dei rispondenti aveva già rinnovato il contratto gas per il 2013, mantenendo la data di ottobre (inizio dell'anno termico) per il rinnovo.
L'energia elettrica, invece, è in chiusura in questi giorni di fine novembre. Gli energy manager del terziario, secondo l'Osservatorio, sono i più selettivi nella loro scelta, affidandosi spesso a aste on line e chiedendo offerte a un maggior numero di fornitori.
Una più elevata attenzione alla qualità delle proposte commerciali rispetto al passato emerge anche nella Pa, nonostante il vincolo di affidamento a Consip: il 55% degli energy manager pubblici ha dichiarato di valutare mediamente 3 operatori diversi tramite bando di gara. Il prezzo resta ovviamente il criterio prioritario di scelta (indicato dal 96%), seguito dall'affidabilità e solidità del fornitore.
Infatti, anche nel 2013, tra gli intervistati dominano i nomi storici dell'energia: Enel e Edison per l'energia elettrica ed Eni per il gas. Gli intervistati sembrano mediamente soddisfatti (tra il 60 e il 70% di valutazione positiva) dei loro fornitori sotto gli aspetti economici, commerciali e di assistenza, decisamente meno sulla capacità di innovare e sui servizi on line, per il gas in particolare.
Nonostante questa valutazione tutto sommato positiva, però, la propensione al cambiamento è elevata: soltanto tra i responsabili energetici dell'industria la fedeltà all'attuale operatore si aggira intorno al 50%, mentre i meno "fedeli" sono i colleghi della Pa, che resteranno con lo stesso fornitore solo nel 15% dei casi per l'energia elettrica e nel 27% per il gas.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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