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L'Italia trema per Buffon ma Slovacchia e Nuova Zelanda la tranquillizzano

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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2010 alle ore 08:18.

Nel giorno della peggior notizia che gli azzurri potessero ricevere, lo stop probabilmente definitivo di Gigi Buffon, la migliore arriva da Rustenburg e dalla tv. Slovacchia e Nuova Zelanda pereggiano, 1-1, ma soprattutto mostrano tutti i limiti che ci aspettavamo. Tanta buona volontà, ma il resto è poca roba. I progressi dei neozelandesi, che conquistano il primo punto della storia in un campionato mondiale (avevano partecipato in una sola precedente occasione nel 1982) non potranno certo costituire un alibi per il prosieguo del cammino degli azzurri, e neppure il compitino degli slovacchi, diligenti ma lontani anni luce da un calcio che possa mettere in difficoltà una squadra di prima fascia.

La partita in sé non ha molto da dire. La Slovacchia, comunque superiore alla Nuova Zelanda almeno sul piano del talento individuale dei suoi unidici, arriva all'appuntamento ben preparata, contando su un discreto contropiede e, come molte altre "piccole" sugli uomini di maggior esperienza in campionati più attrezzati. C'è il napoletano Hamsik a catalizzare l'attenzione, ma il suo talento è appannato dalla necessità di fare anche il lavoro sporco. A sbloccare il risultato, a inizio ripresa, è Vittek con un colpo di testa bello ma viziato da un fuorigioco. Resterà l'unico gol di una formazione che qualcosa di più è riuscita a costruire ma non a finalizzare. I "kiwi" invece si accontentano di vivere la loro favola. Un bel gol confezionato allo scadere, al 93' , per rendere ancor più frizzante l'impresa. Cross dalla sinistra che spiove direttamente sulla testa di Winston Reid, che centra l'appuntamento con la storia.

Per il resto, la giornata piazza in purgatorio anche altre due attese protagoniste del mondiale. Sia Brasile che Portogallo deludono le aspettative. Il Brasile stellare per ora vince ma non certo sul velluto. Il 2-1 sulla Corea del Nord è un'ottima partenza sul piano puramente utilitaristico, ma i verdeoro impiegano un tempo abbondante per cercare di scardinare il catenaccio coreano. Giocoforza, però, il talento viene fuori e il primo splendido gol brasiliano porta la firma dell'interista Maicon, che approfitta per la verità dell'ennesima figuraccia di un portiere, in questo caso fuori posizione. È il 55'. A risultato sbloccato la Selecao può permettersi una manovra a più ampio respiro e, giocando come sa, arriva anche il raddoppio. Al 72' , dopo un fraseggio delizioso con Robinho, Elano sigla il 2-0. Ma la squadra di Dunga sbaglia ancora troppo, e anche per il ct sudamericano c'è ancora qualcosa da rivedere e qualche perplessità da appianare, come lo stato di forma approssimativo di Kakà, sostituito. A 2' dallo scadere Ji Yun-nam riapre la partita e i giri finali di lancette sono sembrati infiniti persino ai grandi favoriti del torneo.

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Cristiano Ronaldo e Didier Drogba, nella sfida tra Portogallo e Costa d'Avorio, esordiscono a becco asciutto. Grande delusione per chi contava sui numeri dei due grandi cannonieri per animare il match. Niente gol né per loro né per i compagni ma, soprattutto, non uno straccio di emozione vera. Drogba è inizialmente fermo ai box per l' infortunio al braccio. Per lui solo l'ultima mezz'ora scarsa. Ronaldo invece, in buona forma, ci prova eccome a lasciare il segno, ma il suo tiro dalla distanza, unico vero lampo di luce, è respinto dal palo all'11'. Tutto il resto è noia ma il merito è anche di due buone difese, attente e ordinate. Ai punti, meglio il Portogallo, soprattutto nella ripresa. Ma francamente si può dare di più. Con la paura di perdere non si va da nessuna parte.

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