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Questo articolo è stato pubblicato il 17 giugno 2010 alle ore 10:40.
Alla vigilia del secondo match della sua Argentina, che giocherà oggi alle 13,30 contro la Corea del sud, Diego Armando Maradona non si è tirato indietro nella polemica che lo vede coinvolto con due ex star del calcio, il leggendario Pelé e il presidente della Uefa Michel Platini. Il brasiliano nei giorni scorsi aveva detto che la scelta di Maradona per guidare la nazionale argentina era un errore e che l'ex calciatore del Napoli aveva accettato l'incarico solo perché aveva bisogno di soldi. «Non mi sorprende, Pelé dovrebbe tornare nel museo», ha risposto sprezzante il "pibe de oro" durante la conferenza stampa al Loftus Versfeld stadium di Pretoria. Ribadendo: «Che se ne torni al museo...».
Quanto a Platini, che aveva detto che Maradona è stato un grande giocatore, ma non è un buon allenatore, Diego ha ribadito di non essere sorpreso neanche delle sue affermazioni. «Abbiamo sempre avuto rapporti distanti. Al massimo ci dicevamo ciao e arrivederci. Ma sappiamo come sono fatti i francesi... lui è francese e pensa di essere migliore di tutti gli altri».
Maradona ha tirato in ballo i suoi due "nemici" anche rispondendo ad una domanda sul perché in questo mondiale si segnino pochi goal. Per l'allenatore dell'Argentina, uno dei problemi é rappresentato sicuramente dal nuovo pallone dell'Adidas, il Jabulani. «Non mi va di entrare in questo argomento, perché ne parlano tutti. Però é una cosa importante e sicuramente ha un ruolo decisivo. Chiedo a Pelé e Platini di provare a giocare con il nuovo pallone e controllare come é, invece di parlare di me».