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Questo articolo è stato pubblicato il 22 giugno 2010 alle ore 12:06.
E' risaputo che il mondo si divide fra quelli che giocano la palla con i piedi e quelli che la giocano con le mani, anche se attraverso racchette e mazze. Gli Stati Uniti, che giocano a baseball, a pallacanestro e a football americano, coi piedi sono imbranati. Ma hanno ottimi portieri, come il prodigioso Tim Howard, che ha giocato a lungo nel Manchester United.
L'India, che ha imparato a giocare a cricket così bene dagli inglesi, in campo calcistico è inesistente. Fino al 1950 i calciatori indiani giocavano scalzi. Il Sudafrica arriva tardi al calcio e lo sport nazionale resta il rugby. L'Italia, il Brasile, l'Argentina, l'Olanda, la Germania, tutte le superpotenze del calcio, a maneggiare la palla con le mani sono scarsi.
Ma per fare una nazione calcistica non basta saper giocare la palla coi piedi. Bisogna anche essere animati da un forte spirito campanilista, perché è la rivalità col vicino che suscita il tifo, la vera anima del calcio. Non per niente i derby sono le partite più sentite di ogni campionato. Il calcio non è una disciplina atletica, è agonismo. Non si gioca per prendersi cura del proprio corpo, si gioca per battere l'avversario.
La Francia non ha nessuno di questi requisiti e usurpa uno sport che non le appartiene. Nella storia del calcio, per lungo tempo il gioco di mano si è mescolato a quello di piede, fin da quando nel Settecento gli inglesi giocavano allo hurling, una rissa sul lancio di una palla. Football e rugby erano all'inizio lo stesso gioco, di mano e di piede. Così si era diffuso anche altrove in Europa. Soprattutto in Francia. Ma nel 1863 in Gran Bretagna, con la fondazione della Football Association, il calcio si separa definitivamente dal rugby. E le mani dai piedi. Gli equipaggi inglesi portano il football nei porti dove attraccano le loro navi. I manager britannici di gruppi industriali e assicurazioni lo diffondono anche nelle grandi città dell'Europa continentale. E qui comincia la grande mistificazione del calcio francese. Le Havre Athletic Club, la prima società calcistica oltremanica nasce sì in Francia nel 1872, ma quando calcio e rugby erano ancora la stessa cosa: uno sport ibrido, dove mani e piedi si mescolavano e che gli stessi giocatori chiamavano "combination". Per lungo tempo l'Union des Sociétés Françaises de Sports athlétiques osteggia la costituzione di un'associazione calcistica in Francia perché è contraria al professionalismo. Questo prolunga l'ibridazione fra i due giochi e impedisce la nascita di club francesi di vero football.