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Questo articolo è stato pubblicato il 01 luglio 2010 alle ore 15:25.
Il calcio sudamericano è poesia, quello europeo, prosa. Lo scriveva Pasolini, qualche decennio fa. Ora qualcosa è cambiato, le differenze sono più sfumate, il Brasile ha preso lezioni di tattica e il pragmatismo non è più appannaggio esclusivo del Vecchio continente. I confronti sulle variabili economiche, fino a qualche tempo fa, erano invece tutti a favore dell'Europa, il subcontinente era semplicemente «in via di sviluppo». Anche qui gli equilibri si sono modificati.
Nei mondiali 2010 l'onda sudamericana è uno tsunami che non fa vittime ma trascina nell'entusiasmo milioni di tifosi. Sul fronte economico i mercati emergenti sono l'àncora di salvezza per l'export europeo.
Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay esprimono un calcio vincente e nello stesso tempo buona parte delle loro economie inanella un record dopo l'altro. A Buenos Aires le bandiere sono dappertutto, sventolano dai finestrini delle auto e sono appese ai balconi di tutta la città. A ogni angolo di strada si moltiplicano i venditori di gadget blanquicelestes, bianchiazzurri, i colori della Selección argentina.
«Dovremmo clonare Diego Maradona» non è la frase di un ultrà davanti a uno dei megaschermi allestiti in cittá dal comune di Buenos Aires, ma è pronunciata dalla presidenta Cristina Fernandez de Kirchner, ripresa da tutti i tg. Tiene in braccio una pecora clonata in Patagonia e, per il divinDiego, auspica un procedimento analogo. Lo dice sorridendo, ma lo dice. A queste latitudini - Osvaldo Soriano lo racconta molto bene nel suo Pensare con i piedi - il calcio è una cosa seria. Se è indubitabile che la Selección giochi benissimo è altrettanto vero che l'economia tira.
Nel primo trimestre del 2010 il tasso di crescita del Pil argentino è salito del 6,8% rispetto allo stesso periodo del 2009. Va ricordato che lo scorso anno ha patito un rallentamento e quindi la crescita deve essere interpretata in relazione a quella frenata. È però fuori discussione che il 2010 sarà un anno di sviluppo sostenuto. L'economia argentina non è tutta rose e fiori, l'inflazione è galoppante, vicina al 30% annuale, genera tensioni e produce effetti distorsivi sulla distribuzione del reddito. Tuttavia la maggior parte delle imprese e delle banche sono uscite pressoché indenni dalla grave crisi economica che ha invece colpito Europa e Stati Uniti.
La Germania, prossimo avversario della Selecciòn, esprime un calcio di ottimo livello ma se guardiamo all'economia la ripresa è stentata. Il Pil 2010 crescerà meno del 2%, ma la zavorra della recessione del 2009 (-5%) pesa ancora sulle spalle della Merkel: problemi di debito e di rallentamento demografico minano i presupposti di un nuovo slancio.