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Questo articolo è stato pubblicato il 04 agosto 2012 alle ore 21:37.
L'ultima modifica è del 04 agosto 2012 alle ore 16:42.
La scherma italiana si conferma grande un grande serbatoio di medaglie olimpiche. Dopo il trionfo del Dream Team, che poi scomposto aveva già dominato l'individuale, ecco arrivare dai colleghi uomini l'oro che chiude in bellezza, sulle pedane dell'ExCel, il programma olimpico della scherma.
Una vittoria sofferta, nel primo assalto con la Gran Bretagna (45-40), che é costato il posto a Valerio Aspromonte, e nell'ultimo con il Giappone (45-39), dove a far la differenza é stato in primis Andrea Baldini, finalmente sul podio dei Giochi dopo l'esclusione da Pechino per quella storia del furosemide.
Un'Italia tutta cuore e tecnica, guidata dal ct Stefano Cerioni, che é riuscito a toccare le corde giuste dei quattro moschettieri per una sorta di «uno per tutti, tutti per uno» che ha portato i frutti sperati. E che l'atmosfera nel gruppo azzurro sia cambiata lo testimonia la corsa di Andrea Cassarà, campione del mondo a Catania 2011, verso Baldini, a sancire una pace dopo qualche burrasca interna. «Siamo amici, tutti e quattro», dice Baldini, livornese dal pensiero profondo. Perché non ci sta a sottoscrivere che, oggi, ha pareggiato i conti con la vita: «La vita é un'altra cosa, sicuramente questo sport fa parte della mia ma resta un gioco con le spade. Sono contento della mia vita a prescindere da questo oro». Che però lo ripaga della cocente delusione di quattro anni orsono: «È un'emozione bellissima. Sono venuto qui per cercare di godermi questa Olimpiade, senza pensare a frustrazioni o rancori del passato. Non avevo addosso la rabbia di Antalya (dove fu iridato nel 2009, ndr) ma volevo tirare come Andrea Baldini per realizzare un sogno che coltivavo sin da bambino. Certo, in questi quattro anni l'ambizione mi ha aiutato tanto: volevo questo titolo, il massimo nello sport».
L'ultimo assalto con Ota é stato un piccolo capolavoro, tattico ed emozionale: «Dopo aver perso il primo assalto con Miyake, mi sono venute in mente le parole del ct, che mi chiede di mettere solo l'ultima stoccata. Il mio compito é chiudere bene il match». Andrea Cassarà fatica a realizzare l'impresa e svela innanzitutto un gesto scaramantico: «Quando eravamo lì lì, sia con Gran Bretagna che con Giappone, mi mettevo l'asciugamano sulla testa. Ancora non mi rendo conto, le energie mentali sono andate via come é giusto che sia dopo una finale». L'altra rivelazione, invece, é più delicata: «Non l'ho detto però non stavo bene. E la certezza l'ho avuta con un'ecografia che ha riscontrato un'infiammazione ai linfonodi». La toxoplasmosi avuta a marzo non é stata dunque superata: «L'ho avuta latente, non se n'é mai andata. A Norcia, durante un ritiro, quasi svenivo, però sono stato zitto per non allarmare la squadra. Ultimamente non mi sono quasi mai allenato, ho preso integratori, però fegato e milza non erano ingrossati, quindi potevo gareggiare. Ora dovrò stare fermo per due mesi e mezzo, però direi che ne é valsa la pena».
L'oro a squadre ripaga la delusione di Giorgio Avola, rimasto fuori dall'individuale e, almeno inizialmente, dalla squadra titolare: «È una medaglia meritata, che ripaga il lavoro degli ultimi due anni. Solo l'Italia può permettersi di tenere fuori il numero tre del ranking, diciamo che stasera corono metà del sogno che avevo sin da bambino, che vorrei completare a Rio. Questi Giochi dovranno essere per me un punto di partenza». La gara individuale, dice, «meritavo di farla però per dinamiche particolari, strane, il ct ha voluto puntare su Aspromonte. È una scelta legittima, e non dimentico che sono qui grazie a Cerioni, che due anni fa ha messo da parte un grande atleta come Barrera per darmi spazio».
Una dedica speciale é per Baldini: «Ti mette una carica come nessun altro, buona parte di questa medaglia é sua». «I ragazzi hanno tirato benissimo. Il Giappone é stato lì fino al termine: ci ha fatto soffrire», il commento di Valerio Aspromonte. Chiosa al ct Stefano Cerioni: «I ragazzi nell'individuale non avevano vinto medaglie e rimotivarli é stato facile. Ho quattro titolari, perché anche Avola lo é, e sono soddisfatto della gara di stasera e del loro rendimento complessivo qui a Londra. Sicuramente quest'oro compensa la delusione per il mancato podio individuale, però devo dire che l'emozione più grande me l'ha regalata Elisa Di Francisca (oro nell'individuale femminile, ndr), che seguo come maestro dal 1995». La scherma azzurra fa così i bagagli con sette medaglie in valigia, di cui tre d'oro. Per i colori azzurri, invece, é la 14esima medaglia vinta a Londra, la sesta del metallo più pregiato
Cagnotto soltanto quarta nei tuffi: mi hanno maledetto
Amaro finale per la Cagnotto nella gara dei tuffi dal trampolino tre metri ai Giochi Olimpici di Londra 2012. L'azzurra era arrivata alla finale con il secondo punteggio ma è stata beffata nella serie dei cinque tuffi finali. «Mi hanno maledetto a questi Giochi. Perdere un bronzo per venti centesimi...». Tania Cagnotto trattiene a stento le lacrime, dopo aver chiuso quarta a un soffio dal podio il trampolino 3 metri. «Dalla carriera ho avuto tanto - ha aggiunto a Sky la tuffatrice azzurra - Ora basta....Addio? Non ci voglio pensare...».
Volley, azzurre sconfitte dalla Russia al tie break
L'Italvolley femminile è stata sconfitta dalla Russia nell'ultimo incontro valevole per il Gruppo A ai Giochi olimpici di Londra 2012. La sfida con la Russia era importante per l'assegnazione del primo posto nella pool, ottenuto proprio dalla Russia, in vista degli accoppiamenti per i quarti di finale. La Russia ha battuto le azzurre di Massimo Barbolini al tie break, con il parziale di 28-26 19-25 25-22 16-25 11-15.
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