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Questo articolo è stato pubblicato il 06 agosto 2012 alle ore 18:26.

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Alex SchwazerAlex Schwazer

LONDRA - Alex Schwazer, il campione olimpico medaglia d'oro a Pechino nella 50 Km di marcia che sabato mattina alle 10 avrebbe dovuto difendere il titolo, non partirà per Londra: il Coni ha deciso di lasciarlo a casa. L'atleta è risultato positivo durante un controllo preolimpico: si parla di marker dell'Epo o metaboliti dell'Epo. Si sa che il presidente del Coni, Giovanni Petrucci, sentito il capo delegazione, Raffaele Pagnozzi, ha disposto «l'esclusione immediata dalla squadra olimpica di un atleta che non è ancora giunto a Londra».

L'altoatesino non era partito per un principio di influenza che gli aveva precluso la partecipazione alla 20 Km. di marcia, innescando una polemica con Rubino che lamentava di non essere stato avvertito dal compagno di squadra. In un comunicato Coni si conferma che un atleta ha ricevuto nel primo pomeriggio di oggi «una notifica di esito avverso per un controllo antidoping disposto precedentemente dalla Wada» (l'Agenzia mondiale antidoping, ndr). Il test antidoping in oggetto è stato effettuato il 30 luglio a Oberstdorf, Germania, dove risiede e si allena la fidanzata, la pattinatrice Carolina Kostner. Schwazer ha fallito il controllo risultando positivo al test.

Ora si attendono le contro analisi. Il 27enne altoatesino, dopo essere cresciuto alla corte di Sandro Damilano, dagli Europei di Barcellona 2010 ha deciso di lasciare il centro di allenamento di Saluzzo per farsi allenare dall'ex marciatore Michele Didoni che ha confermato l'esclusione dai Giochi del suo allievo rivelando «mi ha telefonato per dirmelo». Del resto lo stesso marciatore lo ha ammesso in una dichiarazione da poco rilasciata: «Ho sbagliato, adesso la mia carriera è finita».

In serata il Comando generale dei Carabinieri ha preso contatti con la presidenza del Coni per l'adozione dei "provvedimenti conseguenti" nei confronti dell'atleta. Schwazer è un carabiniere del gruppo sportivo dell'Arma.

Quello di Schwazer non è un caso isolato ai Giochi di Londra. Lo statunitense Nicholas Delpopolo, subito dopo l'esordio nella categoria 73 Kg del judo, è stato sottoposto ad un esame delle urine che ha rivelato la presenza di tetraidrocannabinolo, metabolita della cannabis. Il 20enne albanese Hysen Pulaku, che in gara nel sollevamento pesi nella categoria dei 77 kg, è stato trovato positivo allo stanazololo, un anabolizzante. Luiza Galiulina, 20enne uzbeka impegnata nella ginnastica artistica, è risultata positiva al furosemide, un diuretico. Tameka Williams, 22enne velocista antillana di St Kitts e Nevis, positiva a una sostanza vietata.

A questi si aggiungono poi il colombiano Diego Palomeque Echevarria, la brasiliana Kissya Cataldo, l'ucraina Nataliya Tobias, il marocchino Abderrahim Goumri, il greco Irini Kokkinariou, il turco Meryem Erdogan, e tre russe, Svetlana Klyuka, Yevgenina Zinurova e Nailiya Yulamanova, più la marocchina Mariem Alaoui Selsouli e il francese Nordine Gezzar.

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