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Questo articolo è stato pubblicato il 10 luglio 2010 alle ore 10:55.
Si accelera sulle energie rinnovabili tentando di razionalizzare i sussidi e alleggerendone il peso sulle bollette. E intanto si cerca di recuperare i ritardi del piano per il ritorno italiano all'energia nucleare. Con uno sprint energetico di inizio estate la Conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera sia alle linee guida predisposte dal ministero dello Sviluppo per dare impulso alle rinnovabili, sia all'atteso (e a lungo controverso) schema del "conto energia" per i sussidi all'elettricità fotovoltaica per il triennio 2011-2013.
La versione definitiva del nuovo conto energia modifica ulteriormente lo schema, che sembrava definitivo, già messo a punto dal Governo. In nome del progresso tecnologico e di efficienza dei pannelli solari, i nuovi sussidi ventennali subiranno nel prossimo triennio un taglio attorno al 20%: scenderanno tra il 2 e il 3% ogni quadrimestre nel 2011 e del 6% l'anno nel 2012 e nel 2013, in attesa della ulteriore revisione che scatterà dal 2014.
Confermato il principio che premia con incentivi proporzionalmente maggiori i piccoli impianti (come quelli domestici) e quelli installati sui tetti e sulle coperture. In ogni caso il decreto (22 pagine e 6 allegati) accompagna il taglio con nuovi e più ambiziosi obiettivi: 8 mila megawatt di energia solare da traguardare al 2020 di cui 3mila nel prossimo triennio, dopo i 1.200 megawatt incentivati (e già raggiunti) con il sussidio in scadenza.
Grande attenzione all'evoluzione tecnologica. Tant'è che il nuovo conto energia riguarderà anche il solare fotovoltaico a concentrazione, a cui saranno riservati sussidi per una potenza complessiva di 200 megawatt.
Il decreto «fornisce le certezze richieste dagli operatori del settore e opportunità di investimenti e creazione di occupazione» rimarca in una nota il ministero dello Sviluppo. Che si guadagna il sì delle principali associazioni di categoria, che apprezzano anche le "linee guida" sulle rinnovabili tracciate dal Governo.
Nelle nuove linee guida si promette tra l'altro di introdurre procedure autorizzative semplificate per gli impianti, orientando il mercato verso le tecnologie migliori e agevolandone la connessione in rete, «favorendo l'innovazione in un settore fondamentale per la ripresa e la competitività del Paese» commenta Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo.
Intanto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, nell'edizione di giovedì scorso, il decreto delegato con lo statuto della nuova Agenzia per la sicurezza nucleare.
Malgrado gli otto mesi di ritardo rispetto alla scadenza fissata dalla legge "sviluppo" dell'agosto scorso (la 99/2009) lo Statuto rinvia a una lunga serie di ulteriori provvedimenti tutti gli adempimenti (nomine dei vertici, regolamenti interni, organi esecutivi, impalcatura operativa) necessari per rendere davvero funzionante l'organismo cruciale per il nostro rinascimento nucleare. Che rischia di rimanere, almeno per qualche mese ancora, in stand by.
Spetterà infatti all'agenzia definire le regole per scegliere i territori e le metodologie con cui piazzare le nuove centrali atomiche italiane. A lei il compito non solo di autorizzare gli impianti e di vigilare sulla correttezza delle procedure di costruzione e di esercizio, ma anche di definire le metodologie e i criteri di sorveglianza delle delicate attività collaterali, come l'approvvigionamento, la gestione e lo smaltimento dei rifiuti radioattivi.
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