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Questo articolo è stato pubblicato il 13 settembre 2010 alle ore 09:26.
L'attesissimo decreto sul conto energia per gli anni 2011-2013 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 24 agosto e gli operatori tirano un sospiro di sollievo: oltre a poter finalmente dare certezze ai propri clienti (il portafoglio ordini per quest'anno era ormai esaurito), i previsti tagli agli incentivi si sono rivelati tutto sommato accettabili e qualche timore è stato fugato: per esempio sono stati reintrodotti i premi per la rimozione dell'amianto.
Le riduzioni, che oscillano tra il 18 e il 20% nel 2011 e un ulteriore 6% per gli impianti che entreranno in esercizio nel 2012 e nel 2013, sono in parte compensate dal calo del costo dei pannelli: solo due o tre anni fa era da preventivare un investimento complessivo di circa 21mila euro, per un impianto di 3 kW nell'Italia settentrionale. Ora si è scesi grosso modo a 16.500 euro, pur utilizzando moduli di buona qualità.
Prezzi in discesa
Gli incentivi del conto energia restano tra i più generosi d'Europa e si spera che già nel corso del 2011 – anno in cui le tariffe incentivanti si ridurranno progressivamente nel primo, secondo e terzo quadrimestre – il prezzo dei pannelli, e soprattutto quello degli inverter, si adegui al calo degli incentivi. In passato, infatti, alla generosità dei bonus si erano accompagnati prezzi sensibilmente più elevati che nel resto d'Europa (lo aveva denunciato anche il Gse).
Oggi gli equilibri sono mutati, grazie all'aumento della concorrenza e a una maggiore attenzione alle esigenze di mercato. Qualche disfunzione, comunque, c'è ancora, almeno a sentire gli operatori: «Poiché è in atto la rincorsa a finire gli impianti entro il 31 dicembre 2010 per poter godere degli incentivi in corso – spiega Tiziano Dones di T&G Sistemi – gli inverter a pronta consegna sono divenuti introvabili, se non con aumenti dal 30 al 60% dei prezzi».
D'altra parte, la maggiore concorrenza porta con sé una maggiore differenziazione dei prodotti. A livello di prezzi, si va dai 1.200 euro/kW per i moduli di bassa qualità, ai 1.600 euro/kW per quelli "normali", ai 1.800-2.000 euro/kW per quelli di elevata qualità, fino a toccare i 3.000 euro/kW per quelli con tecnologia avanzata e ottima efficienza. Insomma, il committente, e i tecnici incaricati, debbono prestare sempre maggiore attenzione alla qualità dell'impianto realizzato, per non avere pessime sorprese.
Due nuove categorie
Le novità tariffarie del nuovo conto energia sono sintetizzate nelle tabelle a destra e nella scheda qui a fianco. Come si può notare, sono state dettagliate rispetto al passato le agevolazioni, non più ripartite in tre diversi livelli di potenza del fotovoltaico, ma in sei.
Inoltre, la categoria degli impianti integrati negli edifici è stata abrogata e ne è nata una nuvoa, che prevede requisiti più rigidi di efficienza energetica. Per gli impianti su pergole, serre, barriere acustiche, tettoie e pensiline è débâcle: prima erano al top degli incentivi, perché considerati integrati, ora hanno tariffe pari a alla media aritmetica tra gli impianti sul tetto e quelli a terra. Anche gli impianti a concentrazione (dove specchi riflettenti seguono il moto del sole concentrandolo sulle cellule) hanno tariffe ad hoc. Infine, i premi aggiuntivi sono stati riparametrati.
Tempi più lunghi
Tra le altre novità procedurali, l'allungamento dei tempi burocratici. Il responsabile dell'impianto ha 90 giorni dalla data di entrata in esercizio (e non più 60) per presentare la richiesta di incentivo al Gse. Quest'ultimo, però, può attendere 120 giorni (e non più 60) prima di pronunciarsi. In teoria, le procedure per l'accesso alle tariffe restano quelle contenute nel decreto ministeriale 19 febbraio 2007, ma in pratica l'Autorità per l'energia dovrà adeguarle al nuovo decreto, con delibera da emanarsi entro 60 giorni.
L'allegato 3 al decreto definisce la documentazione, più dettagliata rispetto al passato, per la richiesta di concessione, in sostituzione a quella prevista dalla delibera Aeeg 90/2007. Tuttavia l'Authority dovrà predisporre i nuovi prestampati di domanda e le nuove schede tecniche.
Il nodo della cumulabilità
L'articolo 5 affronta i dubbi sulla cumulabilità con altri incentivi, erogati per esempio dagli enti locali. In estrema sintesi, i contributi in conto capitale, in misura non superiore al 30% (e non più del 20%, come in passato), sono cumulabili solo per gli impianti con potenza nominale non superiore a 3kW o per gli impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative e a concentrazione.
Fanno eccezione gli impianti realizzati su scuole, ospedali o edifici sedi di enti locali, purché anch'essi di proprietà pubblica, che, possono ricevere contributi fino al 60% dell'investimento. Restano le vecchie regole in caso di bandi emanati prima del decreto con relativi impianti realizzati entro il 2011.
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