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Questo articolo è stato pubblicato il 04 novembre 2010 alle ore 19:35.
Nel Far West è arrivata l'efficienza energetica. Cinque stati del Nord-ovest degli Usa saranno coinvolti in un progetto pilota per lo sviluppo di una grande Smart grid, ovvero una rete elettrica intelligente. Il Pacific Northwest Smart Grid Demonstration Project (Pnw-Sgdp), riguarderà Idaho, Montana, Oregon, Washington e Wyoming. Tra questi stati nascerà un insieme di reti che gestiranno e trasmetteranno l'energia elettrica in maniera distribuita e integrata.
Il progetto, della durata di 5 anni, coinvolgerà circa 60mila utenti di 12 comunità del Nord-ovest, e 11 aziende elettriche, per un costo di 178 milioni di dollari. Tra i finanziatori figurano soggetti pubblici e privati. Una metà della spesa è stata sostenuta dal Dipartimento per l'Energia del Governo federale attraverso i fondi del pacchetto di rilancio dell'economia elaborato dall'amministrazione Obama nel 2009 (American Recovery and Reinvestment Act). I rimanenti 89 milioni di dollari sono invece a carico della Bonneville Power Administration e delle 11 aziende che partecipano al progetto. Capofila è la Battelle, una grande organizzazione no profit per la ricerca e lo sviluppo scientifico.
«Si tratta del più grande esperimento di smart grid negli Stati Uniti – spiega Ron Melton, direttore del Pacific Northwest Smart Grid Demonstration Project per la Battelle – Il progetto espanderà la preesistente infastruttura elettrica della regione e testerà nuove combinazioni di periferiche, software e strumenti d'analisi, nelle case dei consumatori come nella rete stessa».
L'idea è di utilizzare la tecnologia delle smart grid per migliorare la gestione e la trasmissione dell'energia negli Stati Uniti, scongiurando rovinosi blackout come quello del 2003 e rispondendo al meglio alla domanda dei consumatori americani.
«Le smart grid sono una risposta alla crescente domanda di energia – riprende Ron Melton – e allo stesso tempo possono aiutare a ridurre le emissioni di gas serra e aumentare l'affidabilità delle reti. Il sistema si basa su una comunicazione a due vie: il produttore di energia e l'utente sono entrambi parte dell'equazione. Grazie al miglioramento della comunicazione e allo scambio di informazioni, la smart grid può monitorare in tempo reale ciò che avviene e adeguare l'uso dell'energia alle diverse esigenze. Le reti comprendono apparecchiature interattive nelle abitazioni, stazioni ad elevata automazione e sensori sulle linee di trasmissione».
Con il PNW-SGDP i promotori del progetto vogliono inoltre dimostrare la sostenibilità economica della tecnologia, sia dal punto di vista dell'utente, che da quello degli investitori. Costi e benefici verranno analizzati a livello locale e regionale per consentire agli imprenditori come agli amministratori pubblici di ridurre in futuro le spese di gestione dei servizi che, normalmente, finiscono per ricadere sui consumatori.
«Quando mi trovo a dover spiegare a qualcuno il nostro progetto – dice Peter Chirstensen, dirigente commerciale delle tecnologie energetiche per Pacific Northwest National Laboratory – mi pongo sempre una domanda: perché una smart grid? Qual è il problema che stiamo cercando di risolvere con questa tecnologia?». La risposta sta nell'inefficienza delle reti tradizionali che va ulteriormente a peggiorare nel momento in cui si inseriscono nel sistema le fonti rinnovabili. Sole, vento e acqua infatti, per natura, non sono in grado di garantire una produzione energetica costante e quindi affidabile.
«Tutti noi pensiamo che le fonti rinnovabili siano una buona idea – prosegue Christenwsen – ma il fatto di non poter prevedere la disponibilità reale di energia costituisce un problema. Inoltre le reti americane sono costruite per rispondere ai picchi energetici che tuttavia si toccano solo per 40 o 50 ore l'anno. Soltanto per un 5% dell'anno utilizziamo il 75% delle capacità della rete. Per il resto del tempo la rete è ampiamente sottoutilizzata».
Con le smart grid è possibile compensare, attraverso l'uso differenziato di varie fonti, eventuali cali di produzione e monitorare costantemente le abitudini di consumo per rispondere adeguatamente alla domanda. Va detto che i primi a capire che questa tecnologia può rappresentare una vera rivoluzione e contribuire all'autonomia energetica dei paesi come al risparmio e quindi al taglio delle emissioni, non sono stati gli americani. L'idea della Pacific Northwest arriva infatti quando progetti di smart grid sono già stati attivati in altre parti del mondo.
E l'Italia è stata l'avanguardia dei pionieri del campo. Dopo alcune sperimentazioni all'estero, Enel, che vanta un primato mondiale nella base installata di contatori intelligenti nelle case, sta infatti avviando un progetto pilota nelle regioni del Meridione, grazie a una convenzione con il ministero per lo Sviluppo economico. Coinvolte Sicilia, Puglia, Campania e Calabria dove verranno messi in rete impianti di piccola taglia per un investimento di 77 milioni di euro. E sono molti i paesi che guardano con interesse alle sperimentazioni italiane.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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