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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2011 alle ore 09:21.

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Battaglia sul decreto per le rinnovabiliBattaglia sul decreto per le rinnovabili

Il decreto sulle rinnovabili che recepisce la direttiva Ue, introducendo il meccanismo delle aste al ribasso per l'assegnazione degli incentivi solleva nuove polemiche. Ieri, nel corso di un'audizione alla Commissione Industria del Senato, che sta esaminando il provvedimento, si è creata una sorta di "associazione" di imprese indipendenti pronte a fare battaglia sul tema formata da AlerionCleanpower, Erg e Falck Renewables.

Vito Gamberale e Giuseppe Garofano per Alerion, Alessandro Garrone per Erg e Federico Falck per Falck Renewables hanno sollevato una lunga serie di criticità sulla nuova regolamentazione in tema di incentivi in fase di attuazione. Criticità che, sottolinea Vito Gamberale, «sono state documentate in studi approfonditi sul settore». Il decreto sulle rinnovabili, secondo Gamberale, deve prevedere «certezza sulle tariffe, perchè si tratta di investimenti a lungo termine che non possono prescindere da una chiarezza tariffaria». Non solo: serve una revisione del meccanismo delle aste «che desta perplessità, visto che in altri Paesi non ha dato i risultati sperati e comunque garantisce ai grandi monopoli di rientrare dal portone principale dopo il lungo percorso che ha cercato di eliminarli». Una soluzione, peraltro, potrebbe essere quella di tentare l'introduzione di aste solo per alcune tipologie di impianti, quelli superiori a 100 Mw, fissando comunque un prezzo minimo di aggiudicazione dei Certificati verdi.

Sul provvedimento si sono espressi con toni diversi anche i big del settore. Umberto Quadrino, ad di Edison, ha affermato che il decreto sulle rinnovabili che recepisce la direttiva Ue «è buono, perchè semplifica il sistema e dà certezze», ma «va adottato rapidamente, perchè oggi è tutto bloccato: non ci sono investimenti perché le banche, finché non sarà legge e non saranno passati i decreti attuativi, non finanziano i progetti». Quadrino ha però messo in evidenza anche alcuni punti del decreto che andrebbero rivisti: «C'è un sistema strano delle aste per gli impianti eolici», ha spiegato, «alle quali devono partecipare solo coloro che realizzano impianti superiori ai 5MW, con il risultato che tutti faranno impianti da 4,99. Si tratta di una inutile complicazione». Quadrino si è anche soffermato sulla questione dei certificati verdi, che andrebbero ridotti «del 15% e non del 30%». Dello stesso avviso anche Enel Green Power: «Lo schema di decreto è sicuramente positivo, è una buona legge», perché crea «l'opportunità per la definizione di un quadro stabile di medio-lungo periodo» indispensabile per lo sviluppo del settore delle rinnovabili, ha dichiarato l'amministratore delegato Francesco Starace.

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