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Questo articolo è stato pubblicato il 10 marzo 2011 alle ore 06:51.
Il fotovoltaico è nell'occhio del ciclone. E non solo in Italia. L'anno scorso il boom dei pannelli solari ha contagiato un po' tutta Europa, con installazioni lanciate al 115% fino a 28 gigawatt di picco, l'equivalente, secondo l'Epia (l'associazione europea del l'industria fotovoltaica) del consumo elettrico di 10 milioni di case.
Boom, ma anche bolla. Nel 2010 i prezzi dei pannelli, moduli e celle solari sono crollati del 28-30%. Una caduta tanto rapida (dovuta all'entrata a regime di grandi impianti produttivi sia in Europa che soprattutto in Cina e Asia) da spiazzare un po' tutti gli schemi di incentivazione europei. Il gap tra costi reali dei sistemi e chilowattora fotovoltaico "premiato" con 30 e persino 40 centesimi di euro aggiuntivi per chilowattora, a seconda dei vari Conti Energia, si è allargato al punto da infiammare i mercati.
La Francia ha dovuto precipitosamente bloccare i vecchi incentivi e rivederli, in Germania tre tagli consecutivi alle tariffe incentivate non sono bastati a raffreddare un mercato esploso a 8 gigawatt (oltre tre volte il 2009) e in Italia, grazie anche al prolungamento al 2010 delle super-generose tariffe incentivate del secondo Conto Energia (via decreto "salva Alcoa") il surriscaldamento, secondo stime preliminari del Gse potrebbe superare i 6 gigawatt aggiuntivi negli ultimi 18 mesi, quasi sei volte la potenza cumulativa raggiunta a fine 2009.
La bolla fotovoltaica del 2010 non è quindi stata un caso solo italiano. Ma anche del maggiore mercato solare in Europa: quello tedesco.
Come controllarla per il futuro, senza stop & go distruttivi? Come quello che nel 2008, bloccò di colpo l'intera industria fotovoltaica spagnola, dopo che il governo mise un tetto drastico agli incentivi, a fronte di una crescita del mercato troppo elevata, causando però anche la perdita di migliaia di posti di lavoro.
Un risposta, piuttosto tempestiva, viene proprio dalla Germania. Qui, lo scorso 20 gennaio, il Ministero dell'Ambiente di Berlino e l'associazione dell'industria solare tedesca (130mila occupati e circa 10mila aziende) hanno raggiunto un accordo per avviare un sistema "flessibile" o dinamico di governo delle tariffe incentivate.
In pratica funzionerà così. Il 2011, che si annuncia ancora "infiammmato" con circa 6 gigawatt previsti (a tariffe costanti) verrà posto sotto attenta osservazione. E se i dati di mercato del secondo trimestre (marzo-maggio) non mostreranno un raffreddamento sostanziale, le riduzioni di incentivi previste per il 2012 (lungo una curva discendente già stabilita dal Governo) verranno anticipate, in una misura da stabilirsi tra il 3 e il 15%. Obiettivo: riportare il 2011 lungo un sentiero sostenibile, al massimo a 3,5 gigawatt.
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