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Questo articolo è stato pubblicato il 10 marzo 2011 alle ore 06:51.

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Questo sarà solo l'inizio di un monitoraggio dinamico destinato a permanere almeno fino al 2020 e che, secondo un libro bianco stilato a gennaio dalla stessa associazione solare tedesca, dovrebbe consentire di raggiungere l'obiettivo governativo del 10% elettrico fotovoltaico (dal 2% attuale), ovvero di 52 gigawatt in dieci anni, limitanto il costo aggiuntivo del solare a 2 centesimi per chilowattora, e un peso aggiuntivo sulla bolletta elettrica media mensile di una famiglia tedesca al di sotto dei 2 euro.

Non solo la regolazione dinamica, secondo lo studio (elaborato da Roland Berger e Prognos) potrebbe consentire di innalzare l'obiettivo governativo finale da 52 a 70 gigawatt a parità di costo sulle bollette. Con la modulazione attenta della discesa degli incentivi (più rapida in periodi "caldi" e più lenta in fasi "fredde") si potrebbe portare il ritmo sostenibile da 3 a 5 gigawatt all'anno, stabilizzando il mercato, programmando meglio gli interventi sulla "smart grid" (la rete elettrica intelligente in grado di gestire le fonti rinnovabili intermittenti) e orientandolo ai settori di mercato dove per prima verrà raggiunta (secondo gli scenari tedeschi) la grid parity, ovvero l'autoconsumo elettrico fotovoltaico familiare, che lo scenario indica già dal 2017 in prime fasi di parità economica con le tariffe di mercato.

Ovvio, l'industria farà la sua parte. Si impegna a seguire una dinamica decrescente, e continua, dei prezzi dei sistemi fotovoltaici che dovrebbero portare al loro dimezzamento al 2020. La base strutturale della regolazione dinamica, fino alla grid parity generalizzata prevedibile tra dieci anni. E insieme un obiettivo di almeno il 5% di investimenti in ricerca e sviluppo in tutta la filiera solare, per alimentare il percorso innovativo e di riduzione dei costi.

I benefici? Per il sistema Germania sono evidenti. Leader europeo della "green economy", la sua filiera fotovoltaica conta di divenire esportativa per almeno l'80% del suo fatturato al 2020. Il monitoraggio (e il relativo raffreddamento) del suo mercato interno verrà infatti nelle previsioni più che compensato dalla sua crescita sul l'estero, con una riqualificazione progressiva dei posti di lavoro già creati (dal l'installazione all'engineering e alla produzione avanzata) e un beneficio netto per il sistema paese (fatturato, occupazione, costi di Co2 evitati, maggior sicurezza energetica di fronte a shock petroliferi...) che Roland Berger e Prognos stimano dai 25 (minimi) ai 70 miliardi di euro al 2030.

Questa, per sommi capi, la soluzione tedesca alle bolle fotovoltaiche. Un modello che interessa anche in Italia (sui cui è al lavoro per esempio il Gifi-Anie per una sua proposta) e che sarà al centro del dibattito al prossimo Italian PV Summit, in calendario a Verona il 2-3 maggio prossimi, in apertura di Solarexpo. La regolazione dinamica non solo come tanmpone, ma anche come progetto di nuova industria e occupazione.

giuseppe.caravita@ilsole24ore.com

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