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Questo articolo è stato pubblicato il 27 settembre 2011 alle ore 14:28.

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Il "grande balzo in avanti", come avrebbe detto Mao-Tze-Dong, questa volta la Cina lo sta facendo nel fotovoltaico. Da un anno all'altro sta guadagnando cinque posizioni nella classifica dei Paesi per numero di watt di potenza installati messa a punto dalla società di ricerche IMS Research: Pechino era nona nel 2010 e si avvia a diventare quarta nel 2011, dietro Germania, Italia e Stati Uniti.

Le ultime previsioni di IMS sul fotovoltaico sono improntate a un deciso ottimismo. L'anno in corso vedrà un GW di potenza installata in più rispetto alle stime di qualche mese fa e in tutto il 2011 si arriverà a 22 nuovi GW. La Germania sta recuperando, l'Italia corre, i mercati asiatici e americani tirano, cosicché il secondo semestre dell'anno doppia il risultato del primo. «Benché le installazioni siano cresciute appena del 13% nel secondo quadrimestre rispetto al primo, ci sarà un'ampia crescita in questa seconda metà dell'anno», racconta Ash Sharma, autore del rapporto.

La crescita dell'Europa nel suo complesso sarà dell'uno per cento inferiore rispetto al 2010, ma ci sono nuovi Paesi che si affacciano sul mercato dell'energia solare, come Slovacchia e Gran Bretagna, e che compensano il rallentamento di quelli che più hanno fatto fino ad ora. E questo allargamento del numero di Stati coinvolti è visto come un fattore di stabilità e di crescita per il mercato, rispetto a una situazione dominata da pochi grandi investitori.

Ma il fatto veramente nuovo è la crescita del fotovoltaico nei Paesi emergenti e in particolare in Cina. Ad agosto la Commissione nazionale per lo Sviluppo e le Riforme cinese ha varato un aiuto del tipo definito Feed-in tarif che si aggiunge al programma Golden Sun varato nel 2009 e che già prevede aiuti del 50% per i nuovi impianti e addirittura fino al 70% dell'investimento realizzato nelle zone disagiate del Paese. «Prevediamo 1,3 GW di nuovi impianti per il 2011 in Cina e più di 2 GW nel 2012», annuncia Sharma, che vede il gigante asiatico salire sul podio dei primi tre Paesi entro il 2015. Insomma la Cina si avvia a diventare leader anche in questo settore. Certo, anche l'aumento della produzione di energia fotovoltaica farà fatica a soddisfare la crescente fame di energia del Paese, ma lo sviluppo di tecnologie rinnovabili da parte di chi ha da poco conquistato il primato dell'inquinamento atmosferico nel mondo (come dicono i dati dell'Iea, l'Agenzia internazionale per l'energia) è comunque una buona notizia per l'ambiente.

Le previsioni di IMS sono in linea con quelle da poco pubblicate anche dall'Unione Europea in un rapporto messo a punto insieme al Joint Research Centre e all'Institute for Energy che assegna alla Cina addirittura il 46% della capacità totale di energia solare nel 2015 e che vede un mercato mondiale sempre più equilibrato e diffuso. Paesi come Bangladesh, Indonesia, Malesia, Filippine a Vietnam si sono dati obiettivi ambiziosi e hanno piani di aiuto governativi, racconta il rapporto. Con il sostegno della Banca Mondiale e della Asian Development Bank possono diventare protagonisti del mercato. In particolare, la Malesia potrebbe arrivare a occupare la sesta posizione mondiale.
Il mercato insomma viaggia, ma è sempre molto condizionato dagli aiuti pubblici, che per il 2011 sono previsti, su scala mondiale, pari a 52,3 miliardi di euro.

paolo.magliocco@videoscienza.it

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