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Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2012 alle ore 08:58.

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ROMA - Battaglie con gli operatori e perfino scontri tra ministeri (Sviluppo e Ambiente). Ma alla fine, seppure in ritardo di quasi un anno rispetto ai tempi che l'Italia aveva promesso a se stessa e alla Ue, ecco il varo dei due attesissimi decreti che tracciano i nuovi incentivi per le energie rinnovabili, a colpi di tagli ma anche di estensioni. Tagli iniziali del 30%, ma che con progressione temporale arriveranno al 50%, per i sussidi dell'attuale Quarto conto energia per il fotovoltaico, in scadenza e in sostituzione con un "Quinto conto" che deve comprensibilmente conciliare il freno alla spesa finanziata con tutte le bollette degli italiani e l'ossigeno vitale che va garantito al settore e alla corsa verso l'energia sostenibile.

Estensioni, intanto, a molte delle energie verdi rimaste finora ai margini delle attenzioni, malgrado il loro eccellente potenziale. E' il caso della geotermia, delle le biomasse e di quello che è potenzialmente il nostro campione tecnologico e commerciale nazionale: il solare a concentrazione.

Via, dunque, con i decreti firmati ieri in tarda mattinata dai ministri dello Sviluppo Corrado Passera, dell'Ambiente Corrado Clini e dell'Agricoltura Mario Catania. A conferma delle anticipazioni delle scorse settimane il quinto conto energia partirà improrogabilmente (bocciate le richieste di "moratoria") nei primi giorni di settembre, 45 giorni dopo lo sforamento dei 6 miliardi di euro totali incentivati dal Quarto conto, che verranno raggiunti (il contatore è sul sito) entro fine luglio.

Per il fotovoltaico è arrivata la mediazione sull'ultima questione aperta: la soglia si esenzione degli impianti soggetti al nuovo registro a graduatoria. Esenzione che Passera voleva limitare agli impianti dentro i 12 chilowat e Clini chiedeva di portare a 20 kW. La soluzione: chi vuole evitare il registro per gli impianti da 12 a 20 chilowatt lo può fare ma deve subite un taglio del 20% della tariffa riconosciuta. Esenzioni senza decurtazioni sono comunque riservate ai pannelli fino a 50 kW che sostituiscono coperture in eternit e agli impianti integrati con caratteristiche innovative fino ad un incentivo cumulato di 50 milioni. Così anche per gli impianti realizzati direttamente dalle amministrazioni pubbliche. Esenzioni previste (come promesso nelle ultime bozze) agli impianti nelle regioni colpite dall'ultimo terremoto, ma con futuri provvedimenti a parte.

Compaiono anche i premi tariffari agli apparati che sostituiscono amianto e eternit e per quelli "made in Europe", ma impoveriti rispetto a quanto chiesto dalle regioni. Gli impianti fino a 20 kW in sostituzione dell'amianto avranno un premio di 30 euro a megawattora fino a tutto il 2013, 20 fino al 2014 e 10 euro/MWh dal 2015 in poi. Per il "made in Europe" e per quelli superiori ai 20 kW in sostituzione dell'amianto il premio sarà di 20 euro/MWh che scenderanno a 10 per il 2014 e 5 euro dal 2015. Rimangono in ogni caso i tetti agli stanziamenti cumulabili. Il quinto conto energia per il fotovoltaico potrà contare su 6,7 miliardi di euro, 200 milioni in più rispetto a quanto ipotizzato nelle prime bozze. Avranno invece 5,8 miliardi, 300 in più rispetto alle disponibilità già tracciate, le altre fonti elettriche comprese nel secondo decreto, che conferma i contenuti già emersi nelle scorse settimane. Il nuovo regime partirà il primo gennaio 2013, ma con un periodo transitorio di quattro mesi (a tutto aprile 2013) che garantisce sostanzialmente i sussidi previsti per le energie già "aiutate" in precedenza.

Soddisfatti? Soddisfattissimo il ministro dell'Ambiente Corrado Clini, che l'ha avuta vinta sull'elevazione del tetto per gli impianti esenti da registro, ma anche i suoi colleghi Corrado Passera e Mario Catania. Il Ministero dello sviluppo rimarca in una nota che i decreti «pongono le basi per uno sviluppo ordinato e sostenibile delle energie rinnovabili, allineando gli incentivi ai livelli europei e adeguandoli agli andamenti dei costi di mercato delle tecnologie, calati radicalmente nel corso degli ultimi anni». E i tre ministri, insieme, sottolineano che con i due decreti «viene introdotto un sistema di incentivi moderno, sostenibile ed equo» che favorisce «le fonti che possono sviluppare una filiera produttiva nazionale».

Corrado Clini azzarda una proiezione ancor più in avanti. «Sono convinto che anche grazie allo sviluppo delle tecnologie di qui a qualche mese potranno svilupparsi iniziative senza bisogno di incentivi». A conferma che il livello di incentivazione previsto nei nuovi decreti, seppure ridimensionato rispetto al passato, «ma comunque superiore a quello di altri paesi in prima linea sulle rinnovabili, come la Germania», è comunque in grado di trainare il settore.

Di diverso tenore i commenti degli operatori. Che prendono tempo per entrare nel dettaglio dei giudizi, ma intanto vanno in avanscoperta. Anche con le critiche. E' il caso dell'Anev (imprese dell'eolico). Il vento subisce effettivamente tagli ai sussidi significativi. «Un provvedimento assolutamente penalizzante per la fonte eolica ritenuta una grande opportunità a livello mondiale. Agostino Re Rebaudengo, presidente di Aper, contesta «il periodo transitorio troppo breve, di soli 4 mesi» previsto per il passaggio al nuovo sistema di incentivazioni per le rinnovabili comprese nel secondo decreto.

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