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Questo articolo è stato pubblicato il 31 agosto 2012 alle ore 18:45.

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Centottanta miliardi di euro di investimenti, taglio del 19% delle emissioni di gas serra rispetto al 1990, riduzione per 15 miliardi di euro/anno della fattura energetica estera, 23% di incidenza dell'energia rinnovabile sui consumi totali, -24% dei consumi primari rispetto all'andamento inerziale. Eccoli gli obiettivi al 2020 fissati dal governo nella "Nuova Strategia energetica Nazionale". Dopo una nota introduttiva e priva di numeri che era emersa a metà agosto, è ora pronto il rapporto completo, 100 pagine ricche di grafici, che sarà posto in consultazione pubblica dal ministero dello Sviluppo economico. È il piano energia che il governo Monti ha inserito a pieno titolo nell'agenda per la crescita.

Il documento analizza 5 aree di intervento (consumo, infrastruttura e mercato elettrico, infrastruttura e mercato del gas, raffinazione e distribuzione prodotti petroliferi, ricerca ed estrazione di petrolio e gas) e fissa 4 obiettivi (ridurre il gap di costo dell'energia, favorire la crescita sostenibile, migliorare sicurezza e indipendenza di approvvigionamento, raggiungere e superare i target Ue 2020). Nel complesso, il governo si attende al 2020 investimenti pari a circa 180 miliardi tra green economy (rinnovabili, efficienza energetica) e settori tradizionali (reti, rigassificatori, stoccaggi, produzione idrocarburi). Il mix di interventi delineati dovrebbe consentire di ridurre la dipendenza dall'estero dall'82 al 65%.

L'Italia è già tra i Paesi più virtuosi in termini di efficienza energetica, ma l'esecutivo alza l'asticella. Il piano prevede il rafforzamento di standard minimi e normative, in particolare per trasporti ed edilizia, incentivi diretti per gli interventi della Pa (che dovrà guadagnare il 20% di efficienza), rafforzamento dei certificati bianchi sul modello di Francia e Inghilterra, obblighi di audit energetici. Resta tra le priorità, inoltre, l'estensione nel tempo del bonus fiscale del 55% differenziando la percentuale di spesa detraibile e introducendo parametri di costo massimo ammissibile per tipo di intervento. «L'insieme delle misure di supporto viene stimato in 15-20 miliardi di euro cumulati al 2020, in grado di stimolare 50-60 miliardi di investimenti», con la possibilità di evitare l'emissione di circa 55 milioni di tonnellate Co2 all'anno e risparmiare 8 miliardi di euro all'anno di importazioni di combustibili fossili.

Lotta aperta a uno storico gap di competitività: il costo del gas, con un differenziale che nel 2011 è stato del 25% con i mercati nord europei. L'Italia punta ad abbinare la creazione di un hub fisico del gas con una vera Borsa del gas. Si punta sui rigassificatori, sul gasdotto Transitgas, sui grandi programmi come South Stream e Galsi, sullo stoccaggio con 18 progetti. Nascerà inoltre un Comitato governo-Authority-Comuni per promuovere le gare per la distribuzione del gas. Per il mercato elettrico, invece, verranno razionalizzate le agevolazioni a specifici segmenti di clientela, ma soprattutto si valuta il superamento del prezzo unico nazionale.

Ambiziosi gli obiettivi sulla produzione nazionale di idrocarburi per liberarci da una dipendenza dall'estero intorno al 90%. Si punta a salire dall'8 al 16% del fabbisogno energetico nazionale mobilitando «investimenti per 15 miliardi di euro e circa 25mila posti di lavoro, e un risparmio sulla fattura energetica di circa 5 miliardi di euro l'anno per la riduzione di importazioni di combustibili fossili». Il documento cita in particolare cinque zone ad elevato potenziale: val Padana, Alto Adriatico, Abruzzo, Basilicata e off-shore Ibleo.
Si agirà sulla burocrazia, introducendo il titolo abilitativo unico, verranno rimodulati i limiti di tutela offshore e si valuterà l'opportunità di modifica dell'articolo 117 della Costituzione per riportare allo Stato la competenza in materia di energia almeno per quanto riguarda le infrastrutture strategiche. Sulle rinnovabili si è già intervenuti con un significativo taglio, fissando per gli incentivi una griglia di 3,5 miliardi di euro l'anno fino al 2020 con l'obiettivo di un graduale annullamento. Nelle rinnovabili elettriche, specifica il documento, «sono previsti circa 50 miliardi di euro di investimenti cumulati al 2020».

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