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a cura di Luca Salvioli | 16 aprile 2014

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Tecnologie EnergiaL'Africa punta sulle rinnovabili, si parte con un fondo da 100 milioni

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L'Africa punta sulle rinnovabili, si parte con un fondo da 100 milioni

Ancora oggi nell'Africa subsahariana quasi il 75% della popolazione – pari a circa 600 milioni di persone – non ha accesso all'elettricità. La strada individuata per porre rimedio a questo gap, che condiziona pesantemente la vita economica e sociale di queste nazioni, è innanzitutto quella delle rinnovabili, capaci di garantirne l'energia necessaria allo sviluppo economico. Energia, peraltro, abbondante: i livelli di irradiazione solare del Continente sono tra i più alti del mondo, il vento spira forte soprattutto lungo le coste e il calore della terra (geotermia) offre buone opportunità, in particolare nella Rift Valley.

Non stupisce perciò la notizia che l'African Renewable Energy Fund (AREF), un fondo dedicato alle energie pulite, abbia raccolto recentemente un capitale di ben 100 milioni di dollari, destinati a supportare i produttori indipendenti di dimensioni medio-piccole. Il fondo, cioè, è pensato per sostenere ogni singolo progetto con finanziamenti tra i 10 e i 30 milioni di dollari, a cui potrebbero aggiungersi anche ulteriori somme da parte di altri co-investitori. L'obiettivo finale del fondo, che avrà sede a Nairobi, è raccogliere 200 milioni di dollari entro i prossimi 12 mesi da investire in un'ampia gamma di fonti, tra cui mini idroelettrico, eolico, geotermico, solare, biomasse e biogas. Dietro questo progetto finanziario c'è soprattutto l'African Development Bank, che ha messo in dotazione 65 milioni di dollari, ma la gestione di AREF è nelle mani di un attore meno "disinteressato", ossia Berkeley Energy Africa Limited ( Berkeley Energy ), un gestore di fondi focalizzato in investimenti nelle rinnovabili nei mercati emergenti. La raccolta organizzata da Aref non è certo un episodio isolato: secondo le stime della World Bank, per trasformare il settore energetico africano sarà necessario un investimento addizionale di quasi 21 miliardi di dollari l'anno rispetto a oggi. Le rinnovabili in questo quadro sono chiamate a giocare un ruolo molto importante.

Proprio nei giorni scorsi il numero uno di Enel, Fulvio Conti, ha dichiarato come l'ex monopolista sia pronto a cogliere le opportunità del continente africano in paesi come la Tunisia e il Marocco, ma anche in Sudafrica, dove sta già investendo, e in Kenya. Sono proprio questi gli Stati su cui le grandi compagnie energetiche globali stanno puntando, soprattutto perché capaci di offrire condizioni che ormai latitano nel Vecchio Continente: certezza normativa, incentivi agli impianti di grande taglia, spazi non abitati, mancanza di opposizione sociale, ecc. Il Sudafrica, in particolare, è considerato il Paese più interessante, tanto che gli investimenti nelle energie rinnovabili sono balzati da pochi milioni a 5,7 miliardi di dollari nel 2012, grazie all'obiettivo governativo di installare 18 GW di impianti solari entro i prossimi 15 anni. Anche il Kenia ha un ambizioso target di 16,9 GW di solare entro il 2030, mentre l'Uganda punta a coprire il 61% del suo fabbisogno con le rinnovabili entro il 2017. In Tanzania, invece, le vendite di pannelli solari stanno aumentando a un tasso annuale del 15%, mentre il Governo nigeriano sta cercando di sviluppare una vera e propria industria del fotovoltaico locale. In Etiopia, da poco, è stato connesso alla rete l'Ashegoda Wind Farm, un vero e proprio gigante da 120 MW costato oltre 200 milioni di euro.

Ma oltre i grandi progetti, un ruolo molto importante dovrà essere assicurato dai piccoli impianti, in particolare solari, capaci di assicurare energia alle comunità locali senza bisogno di passare dalle dispendiose infrastrutture di rete. Una recente analisi del Joint Research Centre (JRC) – il centro di ricerche della Commissione Europea – che si proponeva di valutare i costi di ampliamento delle reti elettriche nel continente, ha infatti messo in evidenza che in molti Paesi africani la soluzione più indicata per l'elettrificazione sarebbe un aumento delle installazioni di pannelli fotovoltaici. Il vantaggio infatti sarebbe doppio: sia di carattere ambientale, in quanto l'energia solare è una fonte pulita e rinnovabile, sia da un punto di vista economico. I moduli fotovoltaici infatti hanno subito una forte diminuzione dei costi negli ultimi anni, tanto che attualmente costano circa 10 volte di meno rispetto al 2000.

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