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a cura di Luca Salvioli | 16 aprile 2014

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Tecnologie EnergiaRinnovabili, ecco le linee guida Ue per contenere gli incentivi

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Rinnovabili, ecco le linee guida Ue per contenere gli incentivi

L'Unione Europea vuole contenere gli aiuti di Stato alle energie verdi: da Bruxelles, nei giorni scorsi, sono arrivate le nuove linee guida che le 27 nazioni dovranno seguire a partire dal primo luglio 2014. Ma da cosa nasce questo intervento? Il punto è che le energie rinnovabili sono cresciute molto negli ultimi anni nel Vecchio Continente, proprio per la spinta diretta dell'Unione europea, che ha imposto agli Stati membri degli obiettivi precisi da raggiungere entro il 2020. Per tagliare questi traguardi in tempi così stretti i vari Governi hanno abbondantemente foraggiato l'installazione delle fonti pulite con apposite politiche di incentivi statali, che hanno reso appetibili queste tecnologie per gli investitori.

Questa impostazione ha avuto successo, difatti i Paesi Ue sono sulla buona strada per centrare i propri obiettivi al 2020, ma il conto economico è stato molto pesante. La stima, infatti, è che i sussidi alle rinnovabili elettriche costino 42 miliardi di euro l'anno (oltre 11 miliardi nella sola Italia) ai consumatori europei. In particolare, secondo l'Ue, questa mole di incentivi costituisce un onere molto elevato per quelle aziende ad alta intensità energetica appartenenti a settori esposti a una forte concorrenza internazionale. Ma non è solo la quantità di denaro impegnato a preoccupare Bruxelles: per effetto degli incentivi, le rinnovabili sarebbero sostanzialmente "fuori concorrenza" e avrebbero prodotto delle distorsioni di mercato, ad esempio generando energia elettrica indipendentemente dalla domanda effettiva. Basti pensare ai tanti mega parchi solari o eolici installati nelle regioni del Sud Italia, in aree dove spesso non c'era un'effettiva necessità di potenza elettrica aggiuntiva.

Questo non significa, però, che gli incentivi alle rinnovabili debbano essere abbandonati di punto in bianco. Sotto accusa, piuttosto, è una particolare (e prevalente) modalità di sostegno, quella di tipo feed-in: questi sistemi, tra cui l'italiano Conto energia, remunerano direttamente il kWh "verde" generato da questi impianti. La conseguenza è stata una tendenza alla costruzione di impianti giganti e in grado di produrre quanta più energia possibile (così da ricevere più incentivi). Le nuove linee guida in materia di energia, che conosceranno una fase "pilota" nel 2015 e 2016, invece, promuoveranno soprattutto le procedure basate su meccanismi come le aste pubbliche – già varate almeno da un biennio nel nostro Paese – che permettono di tenere sotto controllo la spesa e premiare i miglioramenti tecnologici. L'idea di base delle nuove linee guida, infatti, è che il sostegno debba esserci solo quando necessario. Altri punti chiave delle sono il sostegno alle infrastrutture energetiche e l'introduzione dei meccanismi di capacity payment (molto osteggiati dagli ambientalisti). Lo sviluppo delle rinnovabili, infatti, ha messo in crisi gli impianti tradizionali alimentati a fonti fossili che, però, in un'ottica di sicurezza energetica svolgono un ruolo insostituibile, perché capaci di produrre energia 24 ore su 24 (a differenza di eolico e solare). Le nuove indicazioni comunitarie , però, non andranno a influire sui regimi di incentivazione varati negli anni passati, che continueranno sino alla loro scadenza naturale. Dunque non ci sarà nessuna conseguenza pratica per i possessori di impianti rinnovabili già in funzione, anzi, gli interventi retroattivi in materia sono fortemente sconsigliati dall'Europa. Gli Stati membri potranno però concedere degli "sconti" a quelle imprese appartenenti ai settori energivori, esentandole parzialmente dal pagamento degli oneri a sostegno delle rinnovabili.

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