Tecnologie EnergiaInternet of things, troppi sprechi energetici: il conto (per ora) è di 80 miliardi di dollari l'anno
Internet of things, troppi sprechi energetici: il conto (per ora) è di 80 miliardi di dollari l'anno
di Gianluigi Torchiani | 5 luglio 2014
Come probabilmente noto alla maggioranza delle persone, gli apparecchi elettronici in standby (televisori, computer, ecc) continuano a consumare energia, dunque sarebbe buona regola spegnerli del tutto una volta terminato l'uso. Un problema energetico addirittura più importante rischia di diffondersi con l'avvento dell'Internet of things, ossia con la moltiplicazione dei dispositivi collegati alla rete.
Già oggi ci sono 14 miliardi di device di questo tipo nel pianeta- come set-top box, modem, stampanti e console - che consumano intorno a 616 terawattora (TWh) l'anno di energia elettrica. Di questo totale, circa 400 TWh - equivalenti a l'energia elettrica consumata annualmente da Regno Unito e Norvegia – risulta però sprecato. In termini economici si tratta di uno sperpero da 80 miliardi di dollari l'anno. E il problema, con il definitivo avvento dell'Internet of things (dunque con il collegamento alla rete di apparecchi come frigoriferi, lavatrici, ecc) sarà di dimensioni sempre maggiori, tanto che un rapporto della Iea (International Energy Agency) stima che il conto salirà a 120 miliardi di dollari a livello globale entro il 2020, quando i device connessi saranno circa 50 miliardi. Oltre all'energia sprecata c'è ovviamente anche il danno ambientale, perché la generazione di elettricità comporta (quando prodotta a partire da fonti fossili) l'emissione di CO2, tanto da essere la principale causa del cambiamento climatico. Ma da cosa dipende tutta questa inefficienza energetica? Per i dispositivi on line, a differenza di quelli tradizionali, il problema è la sostanziale assenza di una modalità di risparmio energetico.
La maggior parte dell'energia, infatti, è consumata quando questi apparecchi non stanno facendo niente o, meglio, stanno semplicemente mantenendo la propria connessione alla rete. Per un motivo di tipo strutturale: gli attuali protocolli di comunicazione richiedono che i dispositivi siano pienamente operativi per rimanere parte della rete. Inoltre, il consumo energetico non è legato al volume di traffico e dati ricevuti. In buona sostanza un modem consuma più o meno sempre la stessa quantità di energia, sia quando utilizziamo la rete intensamente (ad esempio per scaricare un film) che quando ce lo dimentichiamo acceso. Insomma, servirebbe che i costruttori predisponessero i device con modalità di fabbisogno differenti a seconda della operatività. La notizia positiva è che, da questo punto di vista, non siamo all'anno zero. Tanto che la Iea stima che se fossero immediatamente adottate le Bat (Best available technology) già oggi disponibili ci potrebbe essere un risparmio energetico addirittura del 65% . Se queste tecnologie fossero state implementate su tutti i device nel 2013, si sarebbe evitato il conto dei famosi 80 miliardi di dollari e la conseguente immissione in atmosfera di 600 milioni di tonnellate di CO2. Per migliorare l'efficienza energetica del settore sarà dunque necessaria una spinta dei Governi per favorire l'adozione generalizzata di appositi standard da parte dei produttori. Ma anche gli stessi consumatori finali, suggerisce la Iea, andranno "educati" a dei momenti di totale stacco dai propri amati dispositivi.