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Il polo scientifico nel cuore della città

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Questo articolo è stato pubblicato il 25 ottobre 2010 alle ore 14:23.

ASCOLI - La sfida della tecnologia si gioca attorno al progetto "Studio di fattibilità per la realizzazione del Polo scientifico e tecnologico avanzato all'interno dell'area ex Sgl Carbon", a cui Tecnomarche, un consorzio di cui è presidente Umberto Alesi, che vede la partecipazione di una settantina di soci, fra i quali, ovviamente, regione, le province di Ascoli, Fermo e Macerata e Ance (l'associazione nazionale dei costruttori aderente a Confindustria) sta lavorando da tempo. L'ex area Sgl Carbon sorge su un terreno di oltre 30 ettari nel centro di Ascoli, a due passi dalla bellissima piazza della Repubblica, il salotto buono della città.

«Nel 2006 - afferma Alesi - una quarantina di imprese si sono consorziate per dare corpo alle idee. Che poi sono: la nascita di un polo altamente tecnologico gestito da Tecnomarche che ha il know how; la costruzione di un centro residenziale ecocompatibile ed ecosostenibile e infine la creazione di un parco verde attrezzato».

Questa operazione, che a una prima stima dei lavori dovrebbe costare circa 150 milioni di euro, darebbe lavoro a oltre 400 persone. «Sarebbe un'ottima cosa per la città - afferma il presidente di Confindustria Ascoli, Bruno Bucciarelli - e lo sarebbe ancora di più perché qui c'è bisogno di alta tecnologia». Che darebbe anche lavoro a circa 400 persone. Non proprio una goccia nel mare in una provincia di soli 190mila abitanti, che a dicembre vedrà scadere tutte le forme di ammortizzatori sociali per circa 5mila lavoratori, che - purtroppo - si tradurranno con molta probabilità in nuovi disoccupati.

A puntare su Tecnomarche sono anche due istituti bancari importantissimi: il primo è Banca Marche, oltre 300 sportelli, e poi c'è la Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, ambedue pronte a fornire le risorse finanziarie per dare respiro alle iniziative della società no profit guidata da Alesi.

«La storia di Tecnomarche - sottolinea Alesi - nasce agli inizi degli anni 90, ma diventa operativa solo sei-sette anni dopo. Era nata ad Ascoli perché in quel periodo questa provincia era l'unica a ricevere aiuti dalla Cassa per il Mezzogiorno. Qui c'era un fortissimo concentrato di gruppi edili di dimensioni nazionali, basti dire che fra le prime cento in Italia cinque-sei erano di Ascoli. Non poco per una città di soli 50mila abitanti. Qui, in quegli anni, di tecnologia neanche se ne parlava: tanto, dicevano, la tecnologia si fa a Milano. Per cambiare lo stato delle cose, abbiamo dovuto aspettare il 2005: con il cambio della governance di Tecnomarche, abbiamo preso di petto il problema dell'innovazione. Così, investendo su elettronica e informatica, il nostro progetto di puntare anche qui sulla tecnologia avanzata ha preso avvio. Oggi lavoriamo per 640 aziende, ci tengo a dire senza nessun contributo pubblico. Con noi lavorano una trentina di giovani ingegneri elettronici e meccanici. Il problema che siamo chiamati a risolvere tutti gli anni è che alcuni di questi giovani vengono immediatamente chiamati da grandi aziende nostre clienti e quindi noi siamo costretti a cercarne altri. Alla Ariston, per esempio, forniamo i comandi a distanza per le caldaiette. Ma abbiamo anche rapporti con gruppi come Motorola e Texas Instruments».

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Tecnomarche, però, è molto innovativa anche nel campo della domotica, che interessa molti grandi gruppi di costruttori. E qui torna in scena il progetto "Carbon". Dei 30 ettari che saranno trasformati, un terzo, come si diceva, riguarderà un'operazione di carattere residenziale e, a questo punto, il centro di ricerca scientifico fornirà tutta la tecnologia domotica, «un settore dalle potenzialità indefinibili».

E sempre rimanendo nel settore domotica, di recente Tecnomarche ha sottoscritto un protocollo con Fish (la federazione italiana sostegno handicap) che interessa alcuni milioni di disabili e anziani. «In questa provincia - conclude Alesi - negli anni molte aziende hanno delocalizzato. Noi siamo convinti che con l'innovazione tecnologica, anche quella necessaria alla stragrande maggioranza delle aziende artigianali che è la spina dorsale dell'economia marchigiana, moltissime imprese possono creare nuovi posti di lavoro e svilupparsi ulteriormente».

CON RICERCA E SVILUPPO SI VINCE LA SFIDA DELLA DELOCALIZZAZIONE
In provincia di Ascoli Piceno - come ricorda
il presidente del consorzio Tecnomarche, Umberto Alesi - «negli anni molte aziende hanno delocalizzato. Noi siamo convinti
che con l'innovazione tecnologica,
anche quella necessaria alla stragrande maggioranza delle aziende artigianali,
che rappresenta la spina dorsale dell'economia marchigiana, moltissime imprese
potranno creare nuovi posti di lavoro
e svilupparsi ulteriormente»