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Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2011 alle ore 14:23.
Il pressing di Confindustria sulla crescita ha avuto come risposta del governo il decreto su sviluppo e semplificazione. Ma il giudizio delle imprese è a luci e ombre: bene la semplificazione, bene in via di principio il credito di imposta per la ricerca, «ma non è strutturale e manca la quantificazione delle risorse». Non va bene invece il credito di imposta per l'occupazione nel Mezzogiorno: «Si rischia di stimolare assunzioni che magari non hanno una sostenibilità vera, sarebbe stato meglio stimolare gli investimenti».
Ma la Marcegaglia non vuole una Confindustria misurata su cosa ha ottenuto dal Governo, «non vogliamo essere una parte che chiede allo Stato». Ecco quindi i propri impegni, al proprio interno: Confindustria deve dare sempre di più servizi di qualità, accorparli. E poi meno convegni, meno liturgie per stare più vicino alle imprese. Questo è emerso dal sondaggio e dal dibattito. Così come è emersa anche la consapevolezza delle imprese di dover crescere: «Piccolo e mercato locale non funziona più. Il 75% ha già detto di voler diventare più grande, una strada che passa attraverso la conquista di nuovi mercati». E la Marcegaglia mette sul piatto una proposta: privatizzare l'Ice, con la Confindustria che è pronta a partecipare all'operazione. Soli o con le banche, ma in prima fila. Crescere si fa anche attraverso le reti di impresa: Confindustria ha creato un'Agenzia, ha favorito la nascita di 50, «dobbiamo passare a 200, coinvolgendo oltre mille imprese».
Altro tema che ha coinvolto la platea, le relazioni industriali. Il sondaggio ha dato un'indicazione netta: avanti sulla riforma del 2009 che ha permesso flessibilità, deroghe ed esigibilità dei contratti, non firmata dalla Cgil. «Non cerchiamo divisioni sindacali. Ma non possiamo aspettare all'infinito chi non vuole la modernizzazione» ha detto. E non poteva mancare un riferimento alla Fiom e ai ricorsi giudiziari: «Voglio dirlo chiaro: la Fiom in molte situazioni ormai non contratta più. Saremo al fianco di ogni azienda sottoposta a questa strategia di aggressione giudiziaria». Infine il caso Thyssen. In platea c'era l'amministratore delegato, Harald Espenhahn: «È stata una terribile tragedia, ma è la prima volta che arriva una condanna per omicidio volontario. È un unicum in Europa, è in gioco la stessa sopravvivenza del nostro sistema industriale». Problemi tanti, ma poi lo scatto d'orgoglio: «Essere qui è il più grande atto d'amore per il nostro paese. La parola d'ordine di Confindustria che vince su tutte è viva l'Italia».
IL SISTEMA E LE VARIABILI STRUTTURALI
INTERNAZIONALIZZAZIONE
L'export rappresenta un punto di forza per una buona fetta del sistema produttivo nazionale. La presenza sui mercati esteri tende tuttavia a calare tra le aziende di dimensione minore. E alla richiesta di quale mercato pesa di più sul fatturato si scopre che per circa la metà delle imprese prevale l'ambito nazionale
INNOVAZIONE
È sbagliato tradurre innovazione in semplice uso delle tecnologie informatiche e di internet nei processi aziendali. Ma il web assume un un peso sempre più crescente in questa prospettiva. E le imprese italiane dimostrano un netto ritardo: la maggioranza non fa acquisti on line sui principali settori di attività
CAPITALIZZAZIONE
La recessione non ha indotto gli imprenditori piccoli e medi ad agire per rafforzare la bassa capitalizzazione delle loro imprese. Nell'ultimo periodo meno del 30% del campione di intervistati del sondaggio Demos&Pi dichiara di aver apportato nuovi capitali alla propria impresa
5.700
Record di presenze
L'assise di Confindustria a Bergamo ha registrato il record di affluenza di imprenditori. Alla fiera della città, dove s'è svolta la «due giorni» ieri erano infatti presenti oltre 5.700 imprenditori, provenienti da tutta Italia. Un record mai registrato e che ha superato anche il convegno del Centro studi dello scorso anno a Parma, quando le presenze furono oltre cinquemila
340
Gli interventi
Sono stati oltre 340 gli interventi: circa 300 nella mattinata e più di 40 nel pomeriggio. Moltissimi gli imprenditori piccoli e medi, della base. Tra i big hanno preso la parola tra gli altri Aurelio Regina, Andrea Tomat, Mauro Moretti, Stefano Parisi, Giorgio Fossa, Benito Benedini, Alberto Meomartini, Ivan Lo Bello, Roberto Colaninno, Alessandro Laterza e Luigi Abete.
8
I tavoli tematici
Prima dell'assise plenaria a porte chiuse cui hanno preso parte i big dell'industria il confronto si è sviluppato su otto i tavoli tematici. Ecco gli argomenti di discussione: le imprese che vogliamo, il compito di Confindustria; le azioni industriali per la produttività; fisco credito e finanza; infrastrutture ambiente e energia; pubblica amministrazione, semplificazioni e costi politica; giovani, merito e opportunità; tecnologia, ricerca e innovazione
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