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Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2012 alle ore 11:59.
Come ho accennato, il LIBOR viene usato come prezzo di riferimento per una quantità di prestiti e transazioni, in tutto il mondo, per un valore complessivo largamente superiore ai 300mila miliardi di dollari: si va dagli swap sui tassi di interesse ai prestiti diretti e alla fissazione del prezzo dei mutui per i comuni cittadini e dei prestiti commerciali alle imprese.
L'Economist definisce il LIBOR il numero più importante della finanza, e non si sbaglia. Per dirla in termini semplici, rappresenta il costo dell'indebitamento per le banche. La percentuale che una banca deve pagare per prendere denaro in prestito è un fattore determinante per stabilire l'interesse che a sua volta chiederà per prestare denaro. Pertanto, è fondamentale che la gente possa fidarsi di questo indicatore. Ecco perché è di vitale importanza che funzioni bene, e io raccomando l'adozione di riforme profonde, ampie ed efficaci proprio per garantire che la fiducia e l'integrità del LIBOR siano ripristinate appieno e in tempi rapidi.
2. Perché è importante lo abbiamo visto: ora, che cosa non ha funzionato?
Voglio fare un passo indietro e spiegare brevemente e con esattezza che cosa non ha funzionato, per poi ricollegare ognuna delle raccomandazioni che farò a questi difetti riscontrati.
Nel sistema attuale ci sono dei difetti di fondo, che riguardano il metodo usato per la comunicazione dei tassi, il modo in cui il LIBOR è gestito e il modo in cui è controllato.
La comunicazione dei tassi
Il difetto chiave è l'impossibilità di gestire conflitti di interesse. Il tasso ha lo scopo di esprimere il costo reale dell'indebitamento per una banca. Due problemi sono intervenuti: il primo è che una banca complessa ha una miriade di transazioni diverse in corso, specialmente nel mercato degli swap, che diventano più o meno redditizie a seconda del livello del tasso LIBOR. Quei trader le cui gratifiche erano legate a tali transazioni avevano interesse a far salire o scendere il LIBOR, a seconda della transazione in questione. E potevano farlo liberamente, senza alcuna vigilanza.
Il secondo problema è stato che all'apice della crisi, nel 2008, nessuno sapeva quali banche erano sicure. Il prezzo che una banca doveva pagare per prendere denaro in prestito da un'altra banca era un indicatore di quello che le banche pensavano le une delle altre. Nessuno voleva essere in cima a quella lista, ed ecco quindi un altro incentivo a mentire e inserire una cifra più bassa. A complicare ancora di più la faccenda concorreva il fatto che in quel momento le banche, in pratica, avevano smesso di prestarsi soldi e dunque gli scambi effettivi su cui basare la decisione erano estremamente limitati.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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