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Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2011 alle ore 11:54.

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La Cassazione dice sì il quesito sul nucleareLa Cassazione dice sì il quesito sul nucleare

Le reazioni politiche, da Bersani (Pd) a Lupi (Pdl)
«La conferma del quesito sul nucleare è una notizia eccellente»: così il segretario Pd, Pier Luigi Bersani, per il quale «i trucchi del governo sono stati ancora una volta smascherati. Ora gli italiani hanno la possibilità di pronunciarsi con un sì contro il piano del governo, ed è necessario che il mondo dei media, a partire dal servizio pubblico, contribuisca a fornire ai cittadini il massimo dell'informazione necessaria».
«Chi la dura la vince. Dal primo momento abbiamo creduto che la legge è legge e nessuno la può aggirare, neanche questo Parlamento che ha proposto e votato una legge truffaldina», ha commentato Antonio Di Pietro. «La decisione della Corte di Cassazione, oltre che un riconoscimento del rispetto delle leggi italiane, al di là dei tentativi di imbroglio e di trucchetti di cui il governo Berlusconi ha abusato in queste settimane, è un atto di rispetto nei confronti degli elettori e delle elettrici chiamati alle urne il 12 e 13 giugno», afferma il presidente nazionale di Sel, Nichi Vendola. «Ora, tocca a tutti noi - prosegue Vendola - fare in modo che nei pochi giorni che ci sono rimasti gli italiani siano informati correttamente dell'importanza dei quesiti, e che il quorum venga raggiunto. Ne sono certo - conclude Vendola - il giudizio del popolo italiano sarà netto: un sì per l'acqua pubblica, un sì per impedire che gli affaristi riportino il pericolo nucleare nel nostro Paese, un sì per impedire la privatizzazione della giustizia».
Per il vicepresidente del Pdl, Maurizio Lupi, invece, «sarebbe improprio l'uso di uno strumento, come quello del referendum, per dare una spallata al governo. Ci preoccupa come l'opposizione non abbia ancora capito il messaggio arrivato dalle elezioni: i cittadini dicono basta con le risse», afferma ancora Lupi ricordando che «il governo ha spiegato che oggi intende dare priorità alla sicurezza e fare una riflessione con gli altri paesi europei». Sulla decisione della Cassazione è intervenuto anche il presidente della Camera e leader di Fli, Gianfranco Fini: «Avevo già detto l'altro giorno che era giusto andare a votare a prescindere dal numero dei quesiti», ha commentato.

«Questa volta le furberie alle spalle degli italiani non passano. La Cassazione censura l'arroganza del governo e riconsegna nelle mani dei cittadini il diritto a decidere sul nucleare e del proprio futuro». Il Comitato "Vota Sì" per fermare il nuclearè, oltre 80 associazioni a favore del referendum contro il ritorno all'atomo, plaude alla decisione della Corte, che «ha arginato i trucchi e gli ipocriti "arrivederci" al nucleare e ha ricondotto la questione nell'alveo delle regole istituzionali, contro l'inaccettabile tentato scippo di democrazia». Secondo le associazioni «oggi ha vinto lo spirito democratico e referendario, hanno vinto gli italiani, che potranno esprimersi e cacciare definitivamente lo spettro del nucleare dall'Italia».

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