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Questo articolo è stato pubblicato il 20 febbraio 2013 alle ore 07:37.

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Grillo Fò (Ansa)Grillo Fò (Ansa)

"Il grillo canta sempre al tramonto" recita il titolo di un libro, che trovo sullo scaffale di una libreria che analizza il "fenomeno" del comico genovese, trasformatosi in guru di quella massa di italiani denominati grillini. E, se è vero che il grillo canta sempre al tramonto, noi siamo qui, venuti apposta in Piazza Duomo a Milano per ascoltare il suo canto. L'ora d'inizio è quella del tramonto, appunto, le 18.Ma a cantare a quell'ora sono tre "grilline" che esibiscono decise i versi di due canzoni poco consistenti. Intanto la Piazza va riempiendosi e Pino e Maria, arrivati da Bergamo, mugugnano .Sono le 18 e 12 quando Pino rivolto alla moglie commenta: «Se le sue promesse corrispondono alla puntualità, avrei qualcosa da obiettare». Già, nella città, simbolo dell'efficienza, non si ammettono ritardi. Comunque sia bisogna attendere, allora salgono sul palco una rappresentanza di lavoratori del S. Raffaele, e Margherita denuncia il "marciume creato dalla giunta Formigoni nella sanità lombarda". Applausi, e ancora cronaca.

Tocca all'unico grillino presente in consiglio comunale a Milano, raccontare fatti e misfatti della giunta Pisapia. Alle 18.28 viene annunciato che nonostante lo sciopero Trenord, garantirà il servizio dalle 18 alle 21. Si torna a cantare "Muoviti" , stavolta le grilline- scarsine, scattano, con vigore si muovono da destra a manca, ‘è uno scrosciare di applausi. La piazza ormai è gremita. E Grillo è sul Palco: sono le 18, 32. Urla, applausi e poi parte Lui, il guru della politica. Collezione primavera estate 2013. Con modelli e colori ormai noti per tonalità e tessuto fresco lana: «Arrendetevi - dice ai politici griffati - siete circondati dal popolo italiano. E' un sogno che stiamo condividendo, questo non è un comizio, è uno scambio di affetto che non c'è mai stato in Italia». Poi racconta del suo tour nelle città italiane. «Cita Ivrea, città fantasma distrutta da De Benedetti, Biella senza lavoro». Altro che redditometro, prima che andate via vi faremo un politometro per misurare il patrimonio prima, durante e alla fine del regno politico. Se i dati non coincidono la magistratura interverrà e ci prenderemo quello che si sono mangiati, abbiamo diritto a un risarcimento. Sta finendo un'epoca e non l'hanno ancora capito».

Il clima è già alle stelle. Poi parla di lavoro, di nazionalizzare le banche, parla del buco del Monte dei Paschi di Siena, di riforme incompiute. E poi da diavolo si trasforma in angelo e conia una frase evangelica ad effetto: «Se ognuno di noi aiutasse gli altri in due anni già staremo tutti meglio». Zaino giallo in spalla, bici da corsa, cerca di fendere in diagonale la folla stipata. Brontola, spinge, poi desiste. Ma non si ferma ad ascoltare il Beppe nazionale. E si disperde in questo fittume umano. Mauro, invece ascolta interessato, ha 22 anni ed è di Milano: «E tutta utopia la sua. Sono risposte facili a domande complesse, a cui non risponde. Non voterò il suo movimento», mentre a Francesco piace perché: «Ha presa sulle persone, è una novità, aspetto di vedere i fatti. Lo voterò». Nonostante la calca, la piazza è attraversata si, da continui applausi, ma anche da una temperatura per nulla favorevole. Walter è un insegnante, per lui le risposte di Grillo «sono improvvisate», mentre per il suo vicino Docente universitario: «Grillo è interessante, ascolta la folla e dice cose che i politici veri non possono dire». Erika lavora nel pubblico impiego, è d'accordo con tutto quello che dice Grillo ed è sicura che «in parlamento sicuramente farà qualcosa di positivo», mentre Matteo chiosa il discorso con un: «Onestamente non sono così fiducioso che possa fare qualcosa di concreto».
«E' il tempo del ribaltone e quando arriva il ribaltone si guarda sempre con speranza che cambino le cose e che cambierà il modo di vedere», dice Dario Fo apparso improvvisamente sul palco milanese. Applausi anche per lui. Barba da monaco cistercense, mantella tirolese, età avanzata e moglie al seguito. Assicura di non avere proprio nulla da dire. Va bene, non insistiamo.

Alle 19, 09 l'argomento è la spesa pubblica. I sacrifici o tutti insieme o niente. Noi incrociamo uno studente della Cattolica 24 anni, facoltà di economia: «Non mi trovo discordante con quanto sto sentendo, ma ho poca speranza nel sottofondo politico fatto di riciclati». Bionda, volto sereno, arriva dagli Usa, insegna inglese ovviamente. Non vota ma s'è fermata a sentire e commenta: «Devono cambiare tante cose qui da voi. Grillo mi convince per nulla». Studia anche lei economia, è milanese ha 22 anni e va giù dritta: «Sono d'accordo su tante cose che sento, ma non da convincermi a votare 5 stelle». Anna è casalinga, non è convinta che questo movimento cambierà qualcosa nella politica italiana, così pure Giacomo pensione di operaio e Wanda operatrice socio-sanitaria. Invece Donato, 19 anni di Potenza, a Milano frequenta la facoltà di ingegneria è qui perché vuole informarsi, sapere, conoscere. Secondo lui, Grillo a differenza di altri politici si fa capire, coinvolge il popolo, ha tra i suoi candidati tutta gente giovane. Donato lo voterà: « Ancora una settimana poi apriremo il parlamento come una scatola di tonno, e allora si che salteranno fuori tutte le porcherie che sono là dentro»

Alle 19,50 al grido di arrivederci, si spengono i riflettori e la piazza si svuota in fretta. Subito due spazzini arrivano col carrello, che siano venuti a raccogliere le promesse elettorali rimaste sul selciato?. I due mezzi non le conterrebbero tutte. Metropolitana linea Duomo, Loreto, le carrozze hanno raccolto i partecipanti al comizio. Ancora discussioni, tra i favorevoli i contrari. Gli astenuti. E se stasera "Il grillo ha cantato al tramonto", meno male che di stelle su Milano ce ne sono molte di più di cinque.

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