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Questo articolo è stato pubblicato il 21 febbraio 2013 alle ore 12:15.
«Da Grillo ho subito una vigliaccata, è molto facile far finta di risolvere i problemi con gli editti». Così il ministro Elsa Fornero, ospite di "24 Mattino" su Radio 24, ha risposto al leader del Movimento 5 Stelle che giorni fa ha detto «ci vada la figlia della Fornero a lavorare a 500 euro al mese in un call-center».
«Io ho sofferto molto da ministro attacchi che sono delle vere e proprie vigliaccate - ha detto Fornero -. Questa è un'accusa che io rivolgo a Grillo. La sua è una vigliaccata e fino a prova contraria io non ho mai avuto nella mia vita una Ferrari Testarossa, mentre mi risulta perché una volta l'ho visto io stessa, che lui l'abbia avuta. È molto facile risolvere o far finta di risolvere i problemi con gli editti, con le accuse, con le superficialità, è molto più difficile lavorare giorno per giorno».
Fornero poi ha aggiunto che «certamente è stato un anno molto difficile da ministro ma per quanto possa sembrare un po' altisonante io dico che l'ho fatto con spirito di servizio, per il mio Paese e perché me l'ha chiesto una persona nei confronti della quale io ho grandissima stima che è Mario Monti. Io lo voterò».
Sugli esodati
«Esodati è proprio un brutto termine, non lo amo, non mi piace. Parliamo di salvaguardati. Quanti sono? Le Regioni non me lo dicono», ha aggiunto la Fornero. Sul balletto delle cifre ha detto: «Sono stata molto attaccata, ma fa parte di un atteggiamento di superficialità da cui la stampa non è certo immune. I numeri sono chiari, quando noi parliamo di accordi collettivi e possibilmente ufficiali, quelli noi li sapevamo e quelli erano grosso modo i 65 mila che erano entrati. Ma poi si scopre dopo che ci sono molte piccole imprese dove i lavoratori sono stati incentivati a uscire nell'attesa della pensione. Quando abbiamo scritto la norma la stima che mi è stata inizialmente fornita era 50mila attraverso discussioni siamo arrivati poi ad individuare 65mila dopodiché ci si è accorti che il fenomeno era molto più diffuso. Io ho incontrato molti "salvaguardati", ho ricevuto anche lettere di insulti e anche pesanti però ho ricevuto anche molte lettere di persone che hanno capito».
Sul lavoro
«La riforma non è stata fatta per superare la recessione, come risposta a problemi strutturali, cioè vuol dire di lungo periodo del mercato del lavoro. Per affrontare il tema della scarsità di lavoro in recessione, l'unica misura che forse avrebbe avuto un impatto immediato era la riduzione forte del costo del lavoro». Così il ministro Fornero parla della riforma del lavoro. E all'obiezione del perché non sia stata fatta, Fornero ha risposto: «Perché non c'erano le condizioni. Questo è un Paese che ha un debito molto elevato e che non è nelle condizioni di muovere la leva della spesa pubblica. Noi abbiamo potuto mettere a disposizione dell'accordo sulla produttività un miliardo e 200 milioni. Sono pochissimi, la Francia ha messo a disposizione 20 miliardi, però la Francia non ha le nostre difficoltà finanziarie».
Fornero poi ha criticato la flessibilità degli ultimi anni: «Se noi consideriamo tutta la flessibilità di cui comunque il mercato del lavoro italiano ha goduto in questi 10 o 12 anni passati, non possiamo dire che ci ha portato lontano. Prendiamo un solo dato, la produttività del lavoro. Tutta questa flessibilità ha contribuito a ridurre la nostra produttività, non l'ha aumentata. Allora c'è qualcosa che non funziona in questi rapporti di lavoro mordi e fuggi».
Fornero ha detto che non teme uno smantellamento della riforma da parte del prossimo governo ma ha criticato i toni della campagna elettorale: «Da cittadina devo dire che il quadro che emerge da questa competizione elettorale è abbastanza desolante e quindi se io esprimo il mio sentimento di cittadina non credo di avere molto di cui sentirmi soddisfatta. Perché le cose che vengono dette sono francamente disarmanti».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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