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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2010 alle ore 18:03.
Grandi pannelli fotovoltaici che concentrano la luce solare anche centinaia di volte e li inviano su celle ad alta efficienza. Raffreddate magari da circuiti ad acqua che poi viene utilizzata, quasi bollente, in casa o nell'azienda. Oppure tetti rifatti ex-novo ma riprogettati a misura di tegole solari o pannelli fotovoltaici in film sottile di efficienza quasi doppia rispetto agli attuali (il 15% contro il 7-8% di oggi).
La fase due del fotovoltaico, in Italia e nel mondo, comincerà di fatto la sua corsa al più tra tre mesi, con l'entrata in vigore dal 2011 del nuovo conto energia. E si preannuncia ancora più innovativa del boom solare degli scorsi tre anni. Con nuove opportunità anche per l'industria italiana.
La fase uno è comunque ancora in piena crescita. «Quest'anno siamo al raddoppio, per il fotovoltaico, un po' ovunque – spiega Gianni Silvestrini, presidente di Exalto e esperto di solare – a livello mondiale si stanno installando circa 15 gigawatt di picco, di cui solo in Germania da sei a otto. E in Italia verso 1,5 gigawatt, il doppio esatto del 2009».
Eppure l'autentico boom fotovoltaico tedesco sta avvenendo in un paese che, lungo il 2010, sta tagliando di un terzo i suoi incentivi. Nonostante questo le istallazioni solari si sono impennate. Segno che i costi del fotovoltaico, in veloce riduzione, continuano a mantenere redditizi gli investimenti. E le banche aumentano i finanziamenti, nonostante i tagli tariffari.
Verso dove, dall'anno prossimo? Accanto ai pannelli tradizionali in silicio(circa il 15% di efficienza) e a film sottile (in prevalenza a silicio amorfo, al 7-8%) il 2011 vedrà l'ingresso sulla scena di due nuove tecnologie: il fotovoltaico a concentrazione e il film sottile di seconda generazione.
Il primo si basa su pannelli perfettamente allineati sulla luce solare (a inseguimento) che, tramite lenti di Fresnel o specchi, riescono a concentrarla anche oltre 200 volte per inviarla su celle fotovoltaiche sia tradizionali che ad alta efficienza, come le multigiunzione (finora usate nei sistemi spaziali) capici di trasformare in elettricità le tre frequenze solari (rosso, verde e blu) contro il solo rosso delle celle in silicio.
«Dall'anno prossimo anche il fotovoltaico a concentrazione verrà incentivato dal conto energia – spiega Donato Vincenzi, fisico e ricercatore su questa frontiera al l'Università di Ferrara – e vedremo l'avvio dei primi impianti pilota. In una prima fase a prevalente scopo dimostrativo».
I pannelli a concentrazione sono, infatti, una tecnologia ritenuta ancora "acerba", soprattutto dalle banche per l'erogazione dei finanziamenti. Sulla carta promettono drastici aumenti di produttività energetica (a parità di spazio occupato) e minori costi del chilowattora. «In pratica la loro meccanica di inseguimento solare deve essere perfetta e deve durare vent'anni – spiega Silvestrini – ed è per questo che i tedeschi della Concentrix (finora la startup di punta europea nel settore) hanno un'ossessione maniacale per la meccanica di inseguimento. E noi stiamo collaborando con loro per l'avvio, l'anno prossimo, dei primi campi dimostrativi in Puglia, e poi forse in Sicilia. Dovranno dimostrare che, laddove vi è forte insolazione, la concentrazione mantiene le promesse».
Anche l'industria italiana sarà della partita, con l'Angelantoni di Perugia che sta sviluppando il suo sistema a "faretti" prima basato su celle multigiunzione prodotte dal Cesi di Milano, e poi forse sull'innovativo sistema tricroico (che spacca prismaticamente la luce nei tre colori e li invia a tre chip "specializzati") in fase di sviluppo all'Università di Ferrara. E poi la C-Power (anche lei nata dal laboratorio estense creato dal compianto Giuliano Martinelli) con il suo sistema Rondine, a chip in silicio (a basso costo) e concentrazione a 32 soli.
Ma anche l'altra frontiera è in movimento. A fine 2011 dovrebbe entrare in funzione a Catania l'impianto Enel-Sharp-St Microelctronics per la produzione di pannelli in vetro e film sottile di nuova generazione. Si baseranno su una tecnologia tutta in silicio ma basata su differenti strati (silicio amorfo più due microcristallini a diversa geometria) capaci di catturare energia dai tre colori della luce solare. Obiettivo il 15% di efficienza (lo stesso dei pannelli in silicio di oggi) ma costi di produzione, a regime, di meno della metà.
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