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Questo articolo è stato pubblicato il 24 marzo 2011 alle ore 08:28.
Gli investimenti programmati nel fotovoltaico, contando sugli incentivi previsti e poi venuti meno, saranno tutelati. Lo ha dichiarato il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Stefano Saglia, intervenendo a Ravenna, all'Omc, l'Offshore Mediterranean Conference 2011. «Le fonti rinnovabili - ha detto - fanno parte della strategia del governo e hanno una prospettiva duratura». Certo c'è stata «una bolla nel solare», gli obiettivi sono stati raggiunti 8 anni prima, ma oltre a salvaguardare le iniziative imprenditoriali, Saglia ha auspicato un contingentamento annuale.
«Non si può crescere all'infinito, perché il sistema elettrico nazionale non regge 20mila Mw» e questo vuol dire «dare una prospettiva di più lungo periodo alle imprese del settore». Sul fronte degli allacciamenti, intanto, interviene l'Autorità per l'energia che ha avviato un'istruttoria conoscitiva sulle modalità ed i tempi per la connessione alle reti degli impianti di produzione di energia elettrica. L'obiettivo è verificare i comportamenti dei gestori e dei distributori. Dalle rinnovabili alle fonti tradizionali fossili, l'impegno del governo «per garantire la massima diversificazione delle fonti energetiche, dei Paesi e delle rotte di approvvigionamento».
Occorre «una politica energetica duratura, non sull'onda delle emozioni, ma sulle certezze che la tecnologia può dare». È una svolta strategica per il Paese quella indicata da Saglia. «È tempo di una decisa rivalutazione della produzione nazionale di oil & gas», l'Italia può diventare «un hub nei collegamenti energetici con la sponda sud del Mediterraneo e con la Turchia e l'area del Mar Caspio anche per dare un contributo alla stabilizzazione dell'area».
A fronte di un fabbisogno di circa 83 miliardi di mc di gas, la produzione italiana è pari al 10%. Importiamo ben il 49% di gas dal Nord Africa (12% dalla Libia e 37% dall'Algeria, paesi instabili e di un'area geopolitica, in forte turbolenza). Quanto al petrolio abbiamo importato ben 77,9 milioni di tonnellate, oltre il 94% del fabbisogno nazionale (22% dalla Libia), contro una produzione interna di 5 milioni di tonnellate (6%). Ma per puntare sulle risorse di casa occorrono regole. «La definizione di una Strategia energetica nazionale - ha ribadito Umberto Quadrino, ad di Edison - è indispensabile. Abbiamo optato per la moratoria. Il nucleare è una scelta che ha bisogno di serenità per essere affrontata. C'è bisogno di certezze, non di generiche rassicurazioni. E gli idrocarburi avranno ancora un ruolo fondamentale nel mix energetico».
Abbiamo riserve certe di gas naturale pari a 150 miliardi di mc e di petrolio pari a 800 milioni di barili. «Nell'ultimo decennio - ha sottolineato Antonio Vella, executive V.P. Operations Eni E&P - l'industria petrolifera è riuscita a scoprire nuove risorse, ma ha avuto molto meno successo nel metterle in produzione. Con la sola eccezione della rivoluzione dello shale gas in Nord America, solo una piccola percentuale dell'enorme qualità di risorse scoperte con l'esplorazione è stata messa in produzione. Se fossimo stati in grado di svilupparle non avremo problemi energetici».
A dare una frenata ancora una volta l'onda emotiva, quella del dopo Macondo con la marea nera sulle coste della Lousiana, e il "correttivo ambientale" (Dleg. 128/2010), i cui effetti, lamenta Assomineraria, si ripercuotono sulle concessioni in corso oltre che sulla ricerca. E nell'industria estrattiva ci sono oltre 50 progetti, per 5,4 miliardi di euro, che non partono per problemi normativi e autorizzativi, con mancate ricadute occupazionali.
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