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Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2011 alle ore 15:02.

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Quando il fabbisogno di energia supera i pochi kW necessari a una famiglia, però, il piccolo impianto eolico può tornare in campo come opzione migliore.

La potenza installata di aerogeneratori fino a 200 kW è aumentata del 76% in un solo anno, secondo la stima del Gse, il Gestore dei servizi energetici, con una diffusione concentrata nelle regioni del Sud. E secondo Grazia Ramponi, responsabile marketing di Tozzi Nord , la tendenza potrebbe confermarsi nei prossimi anni.

«Noi abbiamo studiato un prodotto specifico per le ventosità italiane, capace di produrre energia già a 2 m/s e di raggiungere produzioni eccellenti a basse ventosità, come 35.000 kWh all'anno a 5 m/s», racconta Ramponi. Tozzi è un gruppo che esiste da oltre 50 anni e che ha cominciato a lavorare sulle rinnovabili nel 1990. Oggi ha oltre 300 MW di impianti di maxieolico in funzione in Italia.

La mancanza di certezze sulla ventosità, in effetti, è uno dei problemi maggiori. Una mappa precisa della ventosità a bassissima quota, 20-25 metri, non esiste, anche se l'ingegner Battisti ci sta lavorando. "Dalle indagini che abbiamo fatto", conferma, "c'è moltissimo spazio per questo tipo di impianti, per privati, porti, darsene, rifugi e comunità isolate. Perché le condizioni migliori si registrano ovviamente sui rilievi e lungo le coste, mentre la Pianura padana offre poche possibilità".

Ecco che cosa deve fare chi vuole installare un aerogeneratore di piccola potenza.

La prima cosa: l'indagine anemometrica
Chi vuole installare un generatore per prima cosa deve sapere quanto vento c'è nel posto che ha scelto. «Con le basse ventosità sbagliare di poco fa fare grossi errori. Da 4 a 5 metri di vento al secondo la produzione di energia può cambiare del 50%», spiega sempre Battisti, «Per l'irradiazione solare ci sono mappe europee, per il vento a bassissima quota no ed è una delle grandi barriere per questa tecnologa. Per i grandi impianti eolici fare le misurazioni non è un problema». Invece spendere 4 o 5000 euro per un'indagine anemometrica ben fatta, con il rischio che dia esito negativo, può essere un rischio. Ci si può anche rivolgere alla ditta che realizzerà l'impianto, che può essere in grado di stimare la ventosità e la produzione attesa. Ma bisogna essere sicuri che sia affidabile.

I passi successivi
Scelto il posto, bisogna controllare se esistano vincoli di qualche tipo (paesaggistico, urbanistico, ecc.), la distanza dalle linee elettriche (se la linea non c'è e va realizzata può essere un costo imprevisto), la viabilità, eccetera.
Poi si passa alle pratiche per l'autorizzazione: richiesta preventivo di connessione (al gestore di rete locale; 20 giorni) richiesta di connessione alla rete elettrica (al gestore di rete, 45 giorni), presentazione DIA (al Comune), deposito al genio civile del progetto del plinto di sostegno. Attenzione, perché le regole non sono uniformi: tra Comuni, Province e Regioni diverse ci possono essere molte differenze.

Ci sono tre possibilità: seguire l'iter burocratico direttamente, affidarsi ad uno studio di progettazione/consulenza esperto, oppure richiedere al fornitore dell'impianto minieolico il servizio "chiavi in mano". Ma bisogna fare attenzione alle offerte apparentemente più vantaggiose: possono anche mancare servizi importanti.

La scelta della turbina
Scelta difficile. Sul mercato esistono prodotti molto diversi tra loro. Una prima distinzione è tra impianti ad asse orizzontale, cioè con le tipiche pale, e con asse verticale, come quello progettato da Philip Stark. Le turbine ad asse verticale hanno come vantaggio la facilità di installazione, l'estetica, la possibilità di cogliere il vento da molte direzioni. In compenso è maggiore la difficoltà ad autoavviarsi e la produzione di energia di solito è più limitata. Le turbine ad asse orizzontale sono le più diffuse.

La realizzazione
Tre step principali: la realizzazione delle opere civili ed elettriche (scavi, posa cavi, plinto fondazione, etc.), il trasporto e installazione della turbina, la connessione alla rete e la messa in esercizio. Può fare tutto la ditta, ci si può far seguire da uno studio di progettazione, ci si può rivolgere a un'impresa locale.

Quanto costa
Per i piccoli impianti eolici i costi sono attorno a 3-4000 euro per kW di potenza per l'impianto chiavi in mano. Molto di più, per ora, dei 1200-1500 euro raggiunti dal fotovoltaico. Le pratiche burocratiche hanno un costo variabile da Comune a Comune e anche il costo per realizzare le opere civili è variabile. Per esempio se il posto è difficile da raggiungere opere edili e trasporti costeranno di più. Battisti però ci tiene a sottolineare che sia meglio pensare ai costi confrontandoli con i kWh che verranno prodotti più che con la potenza dell'impianto, proprio perché la reale produzione può cambiare a parità di potenza installata.

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