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a cura di Luca Salvioli | 16 aprile 2014

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Tecnologie EnergiaInvestire nel fotovoltaico conviene? Sì, ma a certe condizioni. Ecco quali

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Investire nel fotovoltaico conviene? Sì, ma a certe condizioni. Ecco quali

Conviene ancora investire nel fotovoltaico italiano? La risposta che arriva dal Solar Energy report 2014 dell'Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano è complessivamente sì, anche se a certe condizioni, in un mercato che ormai da quasi un anno non può più beneficiare degli incentivi diretti del Conto energia.

Gli incentivi per i piccoli impianti
Partiamo dagli impianti residenziali, quelli cioè destinati a essere installati nei tetti delle abitazioni dei privati, tipicamente di taglia compresa tra gli 1 e i 20 kW. Questa tipologia di installazioni è quella che, seppure in maniera indiretta, risulta la più sostenuta dallo Stato: innanzitutto si ha la possibilità di godere (sino a fine 2014) della detrazione fiscale del 50% su tutte le spese sostenute. Spese che, tra l'altro, sono ormai in sensibile calo: secondo lo studio del Politecnico di Milano, nel 2013 il prezzo medio delle formule chiavi in mano (ossia tutto compreso) sul mercato residenziale è diminuito del 12% rispetto al 2012. Di fatto oggi la spesa media si aggira sui 2.200 euro per kW, dunque, un classico impianto familiare da 3 kW verrebbe a costare meno di 7.000 euro. Non solo: i proprietari dei pannelli residenziali possono beneficiare di un altro contributo indiretto, quello dello scambio sul posto: si tratta di un meccanismo di compensazione che remunera l'energia elettrica prodotta dal fotovoltaico ma non direttamente autoconsumata.

Il ritorno dall'investimento per le famiglie
Dato questo complesso di facilitazioni, non stupisce che lo studio consideri l'investimento nel fotovoltaico residenziale abbastanza remunerativo: in particolare, l'Irr (Internal rate of return, tasso interno di rendimento) nel soleggiato Sud Italia sarebbe del 6,97% annuo, mentre al Nord del 4,3%, in ogni caso oltre la soglia di rendimento considerata minima per le famiglie (4%). Il rientro dall'investimento avverrebbe così entro i sette anni nel Meridione e in circa nove anni nel Settentrione. Anche la prevista discesa della percentuale della detrazione fiscale al 36% (a partire dal primo gennaio 2015) non dovrebbe intaccare più di tanto in futuro la bontà dell'investimento, anche se ovviamente, i tempi di payback si allungherebbero di un paio di anni. Per il momento, invece, lo studio sostanzialmente sconsiglia l'investimento nelle tecnologie di storage, ossia i sistemi di batterie che permettono di accumulare l'energia prodotta dai pannelli fotovoltaici durante il giorno e riutilizzarla nelle ore notturne. A partire dalla seconda metà del 2015, però, i proprietari degli impianti residenziali potrebbero prendere in considerazione un acquisto di questo tipo, grazie alla prevista riduzione dei prezzi.

Un'operazione più complessa per le imprese
Un po' più complicato, invece, è valutare la convenienza dell'opzione fotovoltaico per un'impresa, magari interessata a rivestire di pannelli solari le superfici dei propri capannoni industriali. Le aziende, innanzitutto, non possono contare sulla detrazione fiscale del 50 per cento. In compenso, l'attività di impresa garantisce un maggiore consumo dell'energia prodotta dall'impianto rispetto alle famiglie e, dunque, un risparmio più ampio in bolletta. Inoltre, anche questa tipologia di sistemi (sino a 200 kW) può beneficiare del contributo dello Scambio sul posto. Stante la situazione normativa attuale, l'Irr per un'installazione da 200 kW sarebbe dell'8,29% nel Sud Italia, ben oltre la soglia considerata minima dal Politecnico (in questo caso 6%), con un tempo di ritorno dall'investimento di circa otto anni. Sotto questa soglia (5,36%), invece, si ritroverebbero gli impianti oggi realizzati nel Nord Italia, i cui proprietari avrebbero bisogno di ben undici anni per rientrare dalle spese. L'unica possibilità per aumentarne i rendimenti è quella di spingere al massimo l'autoconsumo di energia fotovoltaica, così da tagliare ulteriormente i costi della bolletta elettrica tradizionale.

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