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Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2011 alle ore 11:54.

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La Cassazione dice sì il quesito sul nucleareLa Cassazione dice sì il quesito sul nucleare

La Corte di Cassazione ha deciso di ammettere il terzo quesito referendario sul nucleare, sul quale si voterà il 12 e il 13 giugno prossimi, mentre il premier Silvio Berlusconi rilancia sul "caro-bolletta" energetico: «i costi dell'energia, in Italia, sono del 40% superiori a quelli della Francia, dove esistono impianti di energia nucleare», ha detto il premier a colloquio con la presidente dell'Argentina Cristina Kirchner, secondo quanto riferito dalla stessa Kirchner nel corso di un convegno a Roma con un alcuni tra i principali imprenditori italiani. «So che è un argomento molto discusso in Europa ma noi stiamo ultimando la nostra quarta centrale e, con le dovute misure, credo che l'energia nucleare sia sicura e a basso costo», ha spiegato la Kirchner alla platea di imprenditori.

Intanto in mattinata l'ufficio elettorale della Corte ha stabilito, infatti, che le modifiche apportate dal governo alle norme sul nucleare non precludono la celebrazione della consultazione popolare, confermando, quindi, che i cittadini potranno esprimersi anche sul quesito depositato a suo tempo dall'Idv (rappresentata dall'avvocato costituzionalista Alessandro Pace), che resta in campo assieme agli altri tre, due sull'acqua e uno sul legittimo impedimento di premier e ministri a partecipare alle udienze in tribunale.
Il titolo del quesito in oggetto, riformulato dalla Cassazione alla luce delle norme introdotte col decreto omnibus, sarà: «Volete che siano abrogati i commi 1 e 8 dell'art. 5 del dl 31/03/2011 n. 34 convertito con modificazioni dalla legge 26/05/2011 n. 75?». Quindi facendo riferimento al decreto omnibus, appena convertito in legge.

La seduta del collegio della Corte di Cassazione era iniziata alle 10 circa. In Cassazione è giunto anche Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori, uno dei promotori del quesito referendario. L'avvocato Pace ha sottolineato di aver concluso l'istanza chiedendo «il trasferimento della richiesta referendaria sull'art. 5, commi 1 e 8 della legge n. 75 del 2011, come la Cassazione oggi ha deciso, e non sull'art. 5, commi 1 e 5, lettere B e Q, come invece sostenuto nell'istanza del Pd». In particolare la decisione si è resa necessaria a seguito del decreto omnibus, pubblicato in Gazzetta Ufficiale sabato scorso, che contiene norme sulla moratoria nucleare.

Pdl per la libertà di voto
Libertà di voto sul referendum sul nucleare. È l'indicazione che l'Ufficio di presidenza del Pdl si accinge a dare secondo quanto anticipato dal vice presidente della Camera, Maurizio Lupi, spiegando che sarebbe sbagliato caricarlo di significato politico.

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