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Questo articolo è stato pubblicato il 03 gennaio 2013 alle ore 17:33.

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Nella foto la ricercatrice Ilaria Capua (Ansa)Nella foto la ricercatrice Ilaria Capua (Ansa)

Per le prossime elezioni va sempre più delineandosi il profilo base per i candidati più richiesti: provenienti dalla società civile preferibilmente donne. Tra i primi nomi più accreditati a far parte della neonata formazione politica "Con Monti per l'Italia" figura quello della virologa Ilaria Capua, la ricercatrice che ha sequenziato l'aviaria, convinta anche dai complimenti da Giorgio Napolitano a non lasciare l'Italia. Agli ultimi Stati generali della Cultura il Presidente della Repubblica le fece i " complimenti per il suo lavoro di ricerca" aggiungendo che " bisogna aiutare i ricercatori italiani, sostenerli". E' un lungo corteggiamento quello alla Capua iniziato da Italia Futura, a cui rispose con rammarico «Grazie per l'invito, ma gli impegni di lavoro mi costringono a rinunciare». Ma dopo insistenti richieste formali la situazione sta per sbloccarsi. ll suo nome, che non sembra certo appartenere al "Rotary", sarebbe l'esempio di apertura alla società civile tanto auspicato da Monti come requisito base per la candidatura. Se la Lista Monti dovesse riguardare anche delle candidature alle Regionali, per il momento è stato fatto solo un endorsement a favore do Gabriele Albertini quale Governatore della Lombardia, si parla dell'avvocato Giulia Bongiorno, un nome in grado di sostenere il confronto con Zingaretti. Per l'avvocato, a lungo difensore principale nel processo contro Giulio Andreotti, si profila una doppia candidatura poiché in ogni caso dovrebbe essere il capolista per il Senato nel Lazio. Ma non è poi così facile convincere gli appartenenti alla società civile a lasciare il proprio mestiere, specie se di successo e di soddisfazione: è il caso di Alessandro Baricco che ha detto no a Bersani. Lo scrittore, che nell'ipotetico governo Renzi avrebbe dovuto fare il Ministro della Cultura, pur tra i nomi nella quota renziana del listino Bersani ha lasciato intendere che non è il caso. "Sono lusingato ma non mi va di essere catapultato in un listino accanto alle persone che si sono misurate alle parlamentarie, mi sentirei in imbarazzo". Restano comunque a disposizione 17 caselle del listino a disposizione della quota renziana a cui potrebbero ambire personalità della società civile con competenze specifiche. Come ad esempio Simona Bonafé nota anche al pubblico televisivo per la sua partecipazione a "Porta a Porta" nel confronto con la portavoce di Bersani Alessandra Moretti. Ancora molto gradite sono le candidature di donne: è il caso di Laura Boldrini la portavoce dell'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati che passerebbe dalle Nazioni Unite a Sel " convinta dalla sensibilità di Vendola e dalle affinità sui temi di mia competenza a cui ho dedicato la mia vita". Chiudiamo con una sicura candidatura maschile: il Pd allinea Carlo Dell'Aringa. Dopo l'uscita di Pietro Ichino passato con Monti, Carlo Dell'Aringa, docente dell'Università Cattolica di Milano e uno dei collaboratori di Marco Biagi nella stesura del "Libro bianco", è la figura più accreditata anche per il ministero più delicato, quello del Welfare. Già nel Governo tecnico poteva diventarlo al posto della Fornero se solo fosse stato gradito alla Cgil. Questa volta l'ostacolo più grande non sembra più provenire dal Sindacato quanto all'interno del Pd e dal suo responsabile economico Stefano Fassina, a cui non devono piacere molto i Professori, che siano Monti o meno.

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