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Questo articolo è stato pubblicato il 11 gennaio 2013 alle ore 16:40.
L'ultima modifica è del 11 gennaio 2013 alle ore 14:28.

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Tutti contro il Pd, per arginare la discesa delle forze del centro sinistra nel futuro Parlamento? A sentire il leader di Sel Nichi Vendola sembra proprio che questa sia la manovra politica in atto. Un vero e proprio accerchiamento finalizzato a contenere la squadra che molti sondaggi danno più avanti delle altre nel gradimento degli elettori. Ma dalle parole di Silvio Berlusconi non sembra proprio che ci possano essere gli elementi per una collaborazione tra centristi e Pdl, tutti uniti contro Bersani. Dopo aver parlato di "stampella", infatti, il Cavaliere tira fuori l'immagine della "ruota di scorta" al Pd per bollare il ruolo che, a suo avviso, la lista Monti avrà all'indomani delle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio

Vendola: vogliono azzoppare la vittoria del centrosinistra
«Solo il centrosinistra si candida a governare - avverte il governatore della Puglia in occasione della presentazione della campagna elettorale di Sel -, tutti gli altri schieramenti, da Monti e Berlusconi, si candidano a condizionare questa vittoria, ad azzopparla. Dopo un anno di purgatorio con il governo Monti si vuole impedire che ci sia un'uscita verso orizzonti progressisti». «Se vorrà - conclude poi Vendola - Mario Monti potrà appoggiare un eventuale governo a guida Bersani se il centro
sinistra non otterrà una piena maggioranza al Senato: ma stare nel governo è un'altra cosa».

Berlusconi attacca Monti: la sua lista ruota di scorta del Pd
L'ipotesi di un'intesa tra Monti e Pdl in funzione anti Pd sembra però essere messa in dubbio dallo stesso leader del Popolo della Libertà Silvio Berlusconi, che attacca i centristi, anch'essi impegnati a catturare i voti dei moderati. Dopo l'intervento di ieri nell'arena di Servizio pubblico, la trasmissione condotta da Michele Santoro, il Cavaliere sottolinea che il centro di Monti «non ha possibilità di diventare maggioranza, l'unica possibilità che ha è togliere voti ai moderati, cioè a noi per poi offrirsi come ruota di scorta alla sinistra». «Se Bersani avesse difficoltà con Vendola eccoli pronti a sostituirlo», aggiunge nell'intervista rilasciata alla trasmissione Telecamere. «Se ci fosse un pareggio al Senato - osserva ancora Berlusconi - si porrebbe un problema e allora credo che dovranno essere trovate altre soluzioni che verranno cercate in quel momento per una qualche collaborazione, un qualche accordo tra le forze politiche più importanti» E comunque «la vittoria non sarebbe una vittoria completa se fosse tale soltanto in una delle due Camere».

Berlusconi: Monti al Quirinale? «Assolutamente no»
L'ex premier parla anche dell'ipotesi Monti al Quirinale: «Da come si é comportato e dai risultati del suo Governo» non lo vedrebbe in nessun caso al Colle. «Devo dire - aggiunge - che il Monti che conoscevo io era un Monti finto rispetto alla realtà che é poi emersa». Quanto all'eventualità che si profili per il professore un ruolo di prestigio in Europa, il Cavaliere taglia corto: «Non lo so, é un discorso che non mi riguarda più».

L'ipotesi di un'alleanza tra M5S e Ingroia
Prende corpo un'alleanza tra il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo - indicato come candidato premier alle elezioni di fine febbraio - e la lista "rivoluzione civile" di Antonio Ingroia. Per Grillo è giusto che Ingroia abbia fondato un nuovo partito, «ma dietro a lui c'è gente che ha già fatto politica». Poi sugli inceneritori chiarisce che potranno lavorare insieme, «ma mi preoccupa - precisa - chi sta dietro di lui». Intanto l'ex esponente del M5S, Giovanni Favia, espulso dal comico genovese accetta la proposta di candidatura che gli è stata avanzata da Antonio Ingroia.

Patto elettorale socialisti-Pd, per il Psi 5 seggi "sicuri"
Dopo le incomprensioni degli ultimi giorni, con i socialisti vicini alla rottura per incomprensioni nelle trattative sulle liste, pace fatta tra Pd e Psi, che oggi hanno confermato un patto elettorale per le prossime Politiche che prevede cinque seggi sicuri nelle liste del Pd tra Camera e Senato, liste socialiste apparentate con quelle del Pd in Lazio, Campania e Calabria al Senato e una quota dei rimborsi elettorali del Pd da definire tra tesorieri. Oltre ad un patto di consultazione, che il Pd stringe con gli alleati per rendere più coesa la coalizione, l'accordo fissa nero su bianco i 5 seggi sicuri e i 3 in aggiunta in caso di vittoria del premio di maggioranza. I 5 candidati socialisti sono stati indicati nelle Marche (Senato, 2° capolista), in Basilicata (Senato, n. 4); Campania 1 (n. 6 ); Veneto 2 (n. 8); Sardegna (n. 4). In caso di premio di maggioranza, altri tre seggi sono indicati in Lombardia, Piemonte e Calabria.

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