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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2013 alle ore 06:38.
C'è un tema che rischia di essere ricordato come il grande assente di questa campagna elettorale "Imucentrica". Ed è l'impegno a intensificare la lotta alla burocrazia. Pur accomunando tutti i programmi, i propositi di semplificazione fanno fatica a trasformarsi in altrettanti impegni concreti. Ma è un lusso che un Paese con un macigno di 26 miliardi di costi amministrativi sulle spalle non può permettersi. Anche perché spulciando tra le righe le buone idee non mancano.
Come la spinta all'autocertificazione per le nuove imprese auspicata dal Pd oppure la riforma dei premi Inail per le Pmi invocata dal Pdl. Dal canto loro, i centristi promettono una consultazione online sulle 100 procedure più invasive, i grillini si focalizzano sulle liste d'attesa in sanità e Fare per fermare il declino pone l'accento sull'esigenza di snellire il sistema tributario.
La speranza è che, in questi 40 giorni scarsi che ci separano dalle elezioni, l'esigenza di snellire e semplificare il Paese emerga con forza dalle parole dei leader. Più di quanto abbia fatto al momento della stesura dei programmi. Che sembrano essersi piegati alle esigenze di twitter e delle sue comunicazioni in 140 caratteri. Anche i documenti più corposi, come l'agenda Monti, sul tema delle semplificazioni si limitano infatti alle mere enunciazioni di principio. Oltre a proporre un referendum via web nei primi 100 giorni di governo per individuare i 100 procedimenti da modificare o eliminare, il premier uscente lancia l'idea di un principio di trasparenza assoluta che regoli i rapporti tra cittadino e Pa modellato sulla base del Freedom of information act del mondo anglosassone. Accompagnandola con l'annuncio di voler intervenire nuovamente su alcuni settori specifici come fisco e giustizia.
Nessun accenno invece al Ddl sulle semplificazioni-bis (su cui si veda altro articolo nella pagina accanto) che il suo esecutivo ha varato quando era ormai avviato sul viale del tramonto e che il Parlamento ha fatto finire sul binario morto. Neanche la carta d'intenti del Pd fa esplicito riferimento a quel provvedimento. Ma il partito democratico sembra comunque intenzionato ad accompagnare la nuova "lenzuolata" di liberalizzazioni in agenda con un piano anti-burocrazia tarato sui bisogni delle aziende. Che vedrà, stando a un documento messo a punto qualche mese fa, nell'estensione dell'autocertificazione a tutti gli stabilimenti di nuova apertura (fatta eccezione per quelli a maggiore impatto ambientale) il suo punto centrale. Per avviare una nuova attività basterà dunque la domanda del diretto interessato, accompagnata dall'attestazione di un professionista sull'esistenza dei requisiti necessari per svolgerla, e i controlli da ex ante diventeranno ex post.
Il proposito di spostare le verifiche in una fase successiva rispetto alla presentazione dell'istanza trova d'accordo pure il Pdl. Che, da un lato, immagina sanzioni più pesanti per le Pa che non rispondono nei tempi al cittadino e, dall'altro, auspica una revisione dei premi Inail, specie per Pmi e artigiani, sulla base di un sistema bonus/malus. E sempre per le piccole e medie imprese invoca poi la semplificazione degli adempimenti fiscali.
Una proposta, quest'ultima, che trova d'accordo anche Fare per fermare il declino. Tra i suoi dieci interventi per la crescita il movimento di Oscar Giannino mette infatti al terzo posto lo snellimento del sistema tributario. Da accompagnare con una crociata contro l'inerzia delle Pa. Chi avvia una pratica ha diritto a una risposta certa e in tempi certi. Non potendo fare affidamento solo su silenzio assenso e sportello unico.
Nonostante un programma molto sbilanciato sulla riduzione dei costi della politica anche il MoVimento 5 stelle dedica più di un passaggio alle semplificazioni. Due su tutti: la creazione di liste d'attesa online in sanità accompagnato da un centro unico di prenotazioni effettuabili via web e agevolazioni per i contratti di ristrutturazioni energetiche a spese di chi le realizza e ripagate dal risparmio energetico che se ne ricava. Il tutto accompagnato dai proclami anti-burocrazia del suo leader Beppe Grillo, che trovano d'accordo anche l'ex pm di Palermo, nonché candidato premier di Rivoluzione civile, Antonio Ingroia.
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