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Questo articolo è stato pubblicato il 24 gennaio 2013 alle ore 14:01.

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Con un accurato mix delle priorità che stanno a cuore ai suoi alleati per le prossime Politiche, il leader Pd Pier Luigi Bersani prova oggi a confermare la solidità della sua coalizione, presentandosi con il leader di Sel, Nichi Vendola, e di Bruno Tabacci (Centro democratico) alla presentazione a Roma delle liste della coalizione di centrosinistra: «L'esperienza dell'ultimo anno non poteva tracciare una grande prospettiva di cambiamento, un vasto programma di riforme e attenzione al sociale. Noi ci riteniamo in condizione di offrire una proposta di governo e allo stesso tempo di cambiamento».

Foto di gruppo: «La gente vede e si fa un'idea»
Poi, una una foto di gruppo, subito postata sul suo profilo di twitter: «Voi ci vedete qui, io Vendola, Tabacci. Noi la facciamo, la foto. Vorrei sommessamente invitare Monti a fare la foto con Casini e Fini, Berlusconi con Storace e Maroni e compagnia bella. Perché così la gente vede e si fa un'idea».

Socialisti critici : non ci faremo cancellare dalle foto come in Russia
L'idea di essere stati esclusi dalla "foto di gruppo" del centrosinistra non è comunque piaciuta ai socialisti, che affida il suo rammarico ad una nota ufficiale: «Alla foto scattata oggi manca un pezzo. Il centrosinistra che ha sottoscritto un patto con gli italiani non é una fisarmonica. È chiuso alla sinistra massimalista ed ha presentato già un programma di governo sottoscritto da Bersani, Vendola, Nencini e Tabacci». Il partito socialista - si legge ancora nella nota - non si farà cancellare come accadeva nelle foto sovietiche dei bei tempi andati».

Mollare Vendola per Monti? Bersani: «Non esiste»
Polemiche a parte, che questo sia il giorno della compattezza e del fronte comune nelle fila della coalizione lo si capisce dalle attestazioni reciproche di fedeltà e comunanza d'intenti. Mollare Vendola per Monti? Per Bersani «Non esiste. Qui siamo persone serie. Chiunque si levi dalla testa che noi possiamo venire meno all'impegno che ci stiamo prendendo», aggiunge. Sull'ipotesi di un'alleanza con il Professore, Vendola spiega le mosse in caso di una «vittoria dimezzata» del centrosinistra: in quel caso, Bersani «si deve presentare davanti alle Camere con l'agenda programmatica dei progressisti e vedere se ci sono le condizioni per un'alleanza di governo. Quello che mi vincola é l'agenda di governo, che ho firmato. Con una destra di tipo costituzionale é importantissimo parlare. Ma io non rinuncio all' autonomia politico e culturale dell'agenda dei progressisti. Alla carta d'intenti io non rinuncio».

Vendola (Sel): «Saremo fattore di stabilità»
Da parte sua, il leader di Sel ha garantito sull'affidabilità del partito. «Osservo senza reagire con quanta pignoleria vengo sottoposto al test di affidabilità di governo. Io dico che noi di Sel saremo fattore di stabilità. Io governo in Puglia da molti anni e mi sembra di aver dato prova di buona governabilità. La politica però si fa anche dicendo quali sono i propri obiettivi. Nella prossima stagione occorre un riformismo forte per aggredire la crisi politica ed economica. Sulla giustizia sociale noi saremo fattore di stabilità».

Tabacci (Cd): «Vicolati a Pd e Sel per governo in difesa dei deboli»
Garanzie di fedeltà alla coalizione anche dal Centro democratico di Bruno Tabacci: «Siamo vincolati con Pd e Sel da un patto di governo. Ci candidiamo a governare l'Italia insieme. Mentre noi scommettiamo sul governo Monti e Casini scommettono sullo stallo della situazione politica, cioè sulla nostra non vittoria. Io sono rassicurato dal patto sottoscritto con Pd e Sel. Vogliamo difendere i più deboli, obiettivo poco presente nell'agenda Monti, noi abbiamo capacità di governare a partire dalla difesa dei più deboli, dell'economia sociale di mercato, un filone che ha una profonda umanità, basterebbe mettere in chiaro rapporto col fisco, si dice che questa coalizione farà aumentare le tasse, ma il dovere nostro è farle pagare a tutti perché solo cosi ci sara ampio margine per ridurle».

Allarme sicurezza di Berlusconi «Governo mi ha ridotto la scorta»
Su un altro fronte della campagna elettorale, quello del centrodestra, il leader del Pdl ha lanciato oggi un (nuovo) allarme per la sua sicurezza, chiamando in causa l'esecutivo: «Questo governo, ha detto il Cav. nel corso di una intervista a Radio Due, apprestandomi io a andare in giro per l'Italia e forse a tornare nelle piazze, ha ridotto la mia scorta con grande tempestività». «Il generale che ha come preoccupazione la mia sicurezza – ha aggiunto - mi ha pregato di non andare a fare comizi nelle piazze, preferendo i luoghi chiusi»,

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