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Questo articolo è stato pubblicato il 01 febbraio 2013 alle ore 06:40.

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Quello che in queste ore si sta allestendo al teatro Obihall di Firenze in vista della prima (e ultima?) kermesse elettorale del tandem Bersani-Renzi è un vero e proprio "test" per la schiera di sondaggisti ed esperti di comunicazione che in questa decisiva ultima fase della campagna elettorale lavorano al fianco del leader del Pd. Un appuntamento molto atteso, dunque. Anche da quel milione di elettori che alle primarie per la premiership hanno deciso di dare fiducia a Renzi, e da tutti quegli elettori del Pd che - bersaniani o renziani che siano - sperano ancora in un tandem democratico nel futuro governo.

Stasera si registrerà il grado di sintonia e di affiatamento tra i vecchi sfidanti alle primarie, e nello staff di Bersani si valuterà quanto il giovane spalleggiatore può aiutare il candidato premier senza rubargli la scena. È proprio Renzi la carta che Bersani deve ancora giocare per tentare di rubare consensi in quell'ampia area di indecisi e delusi del centro-destra che secondo tutti i sondaggisti sembrerebbe interdetta al Pd. Lui, il sindaco di Firenze, conosce la lingua per parlare a quel mondo.

Se il duetto sul palco tra Bersani e Renzi andrà bene non è esclusa una replica a breve, e proprio in quella Lombardia che sempre più si configura come il crocevia di queste elezioni: lì si eleggono 49 senatori e chi arriva primo ne porta a Palazzo Madama 27. E lì, in Lombardia, la concorrenza di Mario Monti può risultare fatale al Pd per l'assegnazione del premio di maggioranza. Non è un caso che proprio in Lombardia Renzi, naturalmente d'accordo con Bersani, ha già previsto gli sforzi maggiori della sua personale campagna per il Pd: 6 o 7 eventi in altrettante città. Poi il sindaco di Firenze sarà in Piemonte, Veneto, Liguria, Emilia Romagna e Campania.

Renzi può dunque fare la differenza tra una vittoria piena e una vittoria azzoppata come accadde a Prodi nel 2006. O almeno così sperano a Largo del Nazareno. Le analogie con il 2006 cominciano ad essere un po' troppe per far dormire sonni tranquilli a Bersani, che invita tutti a non dare nulla per scontato e a prepararsi alla massima mobilitazione negli ultimi giorni (in preparazione milioni di lettere e mail, oltre a un massiccio porta a porta del militanti come ai tempi del Pci): Monte dei Paschi di Siena invece di Unipol, e sempre il Cavaliere in incredibile rimonta fino a ridurre il gap con il centrosinistra a meno di 5 punti percentuali. Mentre il grosso bacino di indecisi e delusi del centrodestra è ancora da conquistare. Se serve, ben venga anche il giro delle città in tandem con il giovane Renzi.

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