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Questo articolo è stato pubblicato il 18 febbraio 2013 alle ore 13:10.

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«L'esito delle elezioni del 24-25 febbraio sta diventando sempre più incerto» e «lo scenario più probabile è quello di nuove elezioni nel medio termine». Questa l'analisi di Mediobanca Securities, in uno studio diffuso oggi curato da Antonio Guglielmi.

Da Londra gli analisti dell'istituto di Piazzetta Cuccia rilevano che, quella che a novembre sembrava una facile vittoria che avrebbe portato a un governo Bersani forte, non è più nel pronostico. «Appare così inevitabile una coalizione Bersani-Monti, magari allargata ad altri partiti minori. In ogni caso questo non porterebbe a un governo forte. Come insegna la storia italiana, più ampia é la coalizione, più debole é la sua efficacia».

Quindi, «presto potrebbero essere in vista nuove elezioni». I rischi maggiori vengono dalla forte rimonta di Berlusconi e dal movimento Cinque Stelle, che potrebbe rivelarsi il vero vincitore delle imminenti elezioni con circa il 20% dei voti. Due elementi che renderebbero ancora più debole un governo Pd-Monti, soprattutto al Senato.

Lo scenario peggiore, ovvero un boom dei Grillini e una vittoria sul filo di lana di Berlusconi, impaurirebbe i mercati al punto tale da mettere sotto pressione lo spread, dando così all'Italia la scusa perfetta per chiedere alla Bce l'accesso al programma Omt, si legge nello studio di Mediobanca Securities.

Questo metterebbe sotto ulteriore pressione la Germania, in vista delle sue elezioni di settembre e aumenterebbe la pressione sul programma di convergenza Ue. Grazie comunque al programma Omt voluto da Mario Draghi, qualsiasi sia l'esito delle elezioni italiane, i mercati dovrebbero mostrare capacità di tenuta. Ma forse il mercato sottostima l'aumento del rischio che è intervenuto. Secondo il report, la contrazione dello spread di 184 punti base avvenuta dall'agosto 2012 è dovuta al programma Omt lanciato dalla Bce piuttosto che al Governo Monti. Per questo Mediobanca Securities ritiene che lo spread abbia perso gran parte della sua rilevanza quale indicatore della percezione del mercato del rischio Italia sottostante, mentre è un miglior indicatore il divario tra i rendimenti di Btp e Bot (18 pb contro 2 prima della crisi).

Lo studio, che tra l'altro stima a 150 miliardi il peso dell'evasione fiscale, sottolinea che non c'è spazio per tagliare le tasse e non sono fattibili neppure tagli alla spesa pubblica che colpiscano il welfare. Per ridurre il debito pubblico, Mediobanca Securities torna alla carica con la ricetta che aveva proposto lo scorso anno, ovvero il deconsolidamento di asset statali tramite la Cdp.

Lo spazio in questo caso è ampio: 425 miliardi di real estate di proprietà pubblica, 100 miliardi in società quotate, 125 miliardi di riserve d'oro e 30 miliardi di concessioni statali. La mancata riduzione del debito pubblico è stata la principale delusione del Governo Monti, sottolinea lo studio. Nessuna riforma strutturale può dare benefici in un Paese che ogni anno deve pagare 80-100 miliardi di euro di interessi sul suo debito.

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