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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2013 alle ore 12:26.

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Beppe Grillo (LaPresse)Beppe Grillo (LaPresse)

Ultimo appuntamento della classifica prima dell'esito elettorale. A scanso di equivoci non si tratta di una previsione del risultato finale, ma di un indice che misura il livello di attività e la capacità di influenza attraverso menzioni e retweet da parte di politici, media e giornalisti.

Il rush finale da parte del centrodestra è certificato dalla presenza dell'account ufficiale del Popolo della Libertà al primo posto sia tra i più attivi sia tra i più menzionati. Dobbiamo poi aggiungere la terza posizione da parte del network personale di Silvio Berlusconi "forzasilvio.it". Su tutti svetta però Beppe Grillo che nel corso delle ultime settimane è cresciuto in modo costante superando i 900 mila follower (quasi il doppio di Bersani e Monti messi assieme) e negli ultimi giorni di misurazione ha raggiunto il sesto posto tra i più attivi, l'ottavo tra i più influenti e il sesto tra i temi caldi. Sembra inoltre molto differente il modello di comunicazione/interazione: mentre il Pdl ha provato a canalizzare il flusso attraverso gli account ufficiali che fanno da cassa di risonanza delle dichiarazioni di Berlusconi e dei principali esponenti del partito, l'account di Beppe Grillo lascia grande spazio ai tweet dei simpatizzanti che dimostrano di conoscere bene le regole del mezzo e, quasi sempre, includono l'hashtag "tsunamitour". Quest'ultimo non a caso è rimasto per tutta la settimana nella top ten dei temi caldi.

In attesa che Twitter diventi il protagonista delle indiscrezioni su exit poll e dati elettorali, #elezioni2013 è salito al terzo posto tra i temi caldi preceduto solamente da #Berlusconi e #Italiagiusta. Se guardiamo alla classifica appena citata, possiamo notare due forze politiche, Udc e Fratelli d'Italia, che stanno tentando di dare una spinta finale alla loro campagna e di dare una motivazione di voto con uno scopo similare: entrambe le formazioni hanno il problema di ritagliarsi uno spazio all'interno della loro coalizione e di dimostrare il perché gli elettori dovrebbero scegliere loro e non una formazione alleata. L'Udc che era segnalata in difficoltà nei sondaggi prima del divieto di diffusione (complice la lista Monti che pesca nello stesso bacino elettorale), ha lanciato l'hashtag "votoudc" per richiamare l'attenzione sulle proprie caratteristiche e sulla necessità di conferma del voto dato cinque anni prima. Fratelli d'Italia (#fratelliditalia) ha, invece, la necessità di far conoscere la propria esistenza ancor prima di evidenziare le proprie differenze rispetto al Pdl e ad altre formazioni minori per ottenere consensi sufficienti ad eleggere parlamentari.

L'account del senatore Monti è riuscito a superare quello di Bersani nella classifica dell'influenza, ma non nel numero di follower con il segretario del partito democratico che mantiene circa 40.000 "seguaci" in più. Il fatto che Monti non sia più nella classifica dei dieci temi più caldi (a differenza dei rivali Berlusconi, Bersani e Grillo) potrebbe essere un segnale di una perdita di quello che gli americani definiscono "momentum", vale a dire una spirale positiva tra copertura mediatica, aspettative di successo e crescita nelle intenzioni di voto.

La vicenda che ha coinvolto il leader di Fare Oscar Giannino (e portato alle sue dimissioni) sembra aver investito anche la presenza su twitter: sia il suo account sia quello della sua formazione politica sono scomparsi da tutte le classifiche. Le formazioni rivali sperano di trarne vantaggio e il meccanismo del voto utile potrebbe danneggiare una formazione che stava, invece, costruendo un "momentum" favorevole grazie ad una crescente attenzione mediatica, ad un forte successo nella raccolta fondi online (con quasi un milione e mezzo di euro provenienti dalle donazioni attraverso il sito) e alla percezione che potesse superare lo sbarramento del 4%.

In conclusione non sono certamente state le prime elezioni digitali della storia del nostro Paese, ma abbiamo assistito alla crescita degli strumenti social e ad una fruizione delle informazioni sempre più composita (prevale sempre la televisione, ma crescono rapidamente tablet e smartphone). Il giorno dopo l'esito elettorale, la vera sfida sarà di continuare a mantenere un dialogo costante con i propri sostenitori e con gli elettori in generale. La nuova politica richiede una capacità di costruire relazioni continuative e un vero dialogo anche lontano dal voto. Questo è stato il vero segreto di Obama. Chi riuscirà a farlo in Italia?

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