Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 04 marzo 2013 alle ore 12:32.

My24

Per ora ci lavorano i tecnici. Ma dopo i nuovi dati allarmanti dell'Istat (quasi tre milioni di disoccupati, e un calo di 97mila occupati in un solo mese) i partiti stanno accelerendo per mettere a punto proposte concrete per rilanciare il lavoro, e creare – da subito – buona occupazione.
Misure specifiche, da presentare già all'indomani dell'apertura del nuovo Parlamento, che spaziano dagli interventi sulla riforma Fornero per eliminare l'eccessiva rigidità in ingresso, al taglio – già da quest'anno – del costo del lavoro, a una prima restituzione dei debiti dello Stato alle imprese, allo sblocco del patto di stabilità per gli investimenti per rilanciare così piccole infrastrutture locali, scuole, ospedali (nel tentativo – per questa via – di creare nuovi posti di lavoro).

Certo, le ricette dei quattro principali partiti usciti dalle urne sono differenti tra loro. E per ciascuna proposta bisognerà poi fare i conti con i saldi di finanza pubblica, per non creare nuovo debito non sostenibile. Ma l'obiettivo comune sembra essere quello di fermare l'emorragia di lavoro che sta colpendo il nostro Paese, dovuta soprattutto a una fase di recessione molto acuta; un male che interessa, del resto, l'intera Eurozona, dove il numero di disoccupati a gennaio ha sfiorato il tetto di 19 milioni di persone.

E se tra Lista Monti, Pd e Pdl c'è una sostanziale sintonia nel voler semplificare (e rilanciare) il contratto d'apprendistato (tra le proposte, c'è l'azzeramento dei contributi sociali anche per le imprese con più di 9 dipendenti), più difficile è invece conciliare la proposta del Movimento 5 Stelle di Grillo sul mercato del lavoro (abolizione della legge Biagi), con quella, per esempio, del Pdl che punta al contrario a cancellare le disposizioni sui contratti flessibili della legge Fornero per ripartire proprio dalla legge Biagi, e rilanciando anche l'articolo 8 della manovra 2011 (sulla possibilità cioè di adattare alcuni istituti contrattuali come orario di lavoro, mansioni e tecnologie alle specifiche condizioni aziendali). Mentre l'unico punto di contatto tra i programmi di Grillo e Pdl è sul telelavoro (da favorire).

Tra le proposte di Pdl, Pd e Lista Monti ci sono molti punti di contatto sulle forme di incentivazione delle nuove assunzioni. Tutte e tre le forze politiche fanno leva su robusti vantaggi fiscali (sostanzialmente taglio del cuneo) per creare nuova occupazione e farla costare meno alle aziende, mentre il Pd, con l'ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano, chiede anche di ripristinare le agevolazioni per assumere i lavoratori in mobilità. E tutelare, con ammortizzatori ad hoc di carattere universale, i lavoratori che stanno terminando (o hanno finito) le attuali tutele: «Solo a Torino – ha detto Damiano – entro giugno ci saranno più di 100 aziende che avranno terminato i sussidi. E l'Aspi, in questa fase di emergenza, non è di aiuto».

Per incentivare l'occupazione femminile, la Lista Monti propone di raddoppiare il numero di posti negli asili nido e aiutare le coppie con figli con un sussidio o un sistema di vouchers per le baby sitter in base al reddito. «Appena aprirà il Senato – ha sottolineato il giuslavorista, Pietro Ichino – presenterò un disegno di legge con tutte le nostre proposte per rilanciare l'occupazione».

Ma da "fare subito" sono anche altre misure, come incentivare forme di part-time per i lavoratori più anziani finalizzate all'assunzione dei giovani, rendere strutturale sia il credito d'imposta al 10% sugli investimenti in R&S sia il credito d'imposta per l'occupazione al Sud, come chiesto da Confindustria.

Il punto fondamentale è portare l'Italia «su binari di crescita», ha detto l'economista Pdl, Renato Brunetta. E far costare meno il lavoro alle imprese: «Nel nostro programma - ha evidenziato Brunetta - si propone tra l'altro una progressiva riduzione dell'Irap sul lavoro e di collegare il salario ai risultati aziendali». Su questo aspetto, l'obiettivo delle aziende è rendere strutturale la detassazione al 10% dei salari di produttività, finanziandola con un miliardo di euro l'anno.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.