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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2013 alle ore 10:57.

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Nelle loro borse finiscono ogni anno 400 tonnellate di vecchi teloni di plastica dei camion, 150mila camere d'aria usate e 50mila cinture di sicurezza. Recentemente hanno aggiunto anche il riciclo di airbags per alcuni prodotti. Sono i fratelli Markus e Daniel Freitag, gli inventori delle borse Freitag (venerdì in tedesco), oggi famose in tutto il mondo, esposte al MoMa e molto popolari, con 300mila pezzi venduti all'anno, soprattutto fra i ragazzi che hanno bisogno di una borsa solida e impermeabile, ma anche tra i designer sulle due sponde dell'Atlantico.

L'idea è nata nel '93, quando i due fratelli di Davos (classe '70 e '71), studiavano alla Zurich School of Design e vivevano in un appartamento condiviso con altri studenti. «La finestra della cucina dava su un'autostrada, dove vedevamo passare migliaia di camion», spiega Daniel Freitag. I fratelli giravano sempre in bici ed erano affascinati dalle borse dei bike messenger di Manhattan e San Francisco: contenitori solidi e impermeabili, che consentono di trasportare con ogni tempo documenti, oggetti delicati o apparecchi elettronici, senza rischiare di bagnarli. «Volevamo una bike messenger bag e a Zurigo non riuscivamo a trovarla, così ci è venuta l'idea di riciclare il telo dismesso di un camion per costruirne una», racconta Daniel. Da lì è cominciata la produzione, prima sul tavolo di cucina e poi in un atelier, man mano che compagni e amici ne chiedevano altre. Da un lato i teloni usati sono una materia prima che non costa nulla, dall'altro lato sono spesso istoriati con disegni e colori vivaci, che danno un carattere unico alle borse Freitag.

L'idea di ridare vita ai vecchi teloni da camion, trasformandoli in borse da ciclisti non è nuova. C'è un'altra azienda, la Ortlieb di Norimberga, che ha cominciato così trent'anni fa. Ma l'originalità dei due fratelli svizzeri sta nella decisione di non camuffare in alcun modo il materiale utilizzato, per farlo sembrare nuovo. Anzi, le borse Freitag esibiscono pezzi di scritte e sghiribizzi del tutto asimmetrici, sfruttando i colori e anche le parti un po' logore del telone, per costruire prodotti che sembrano quasi opere d'arte. La combinazione dei colori e delle forme non è mai casuale: ogni singolo articolo è inquadrato con attenzione sulla tela per dargli un profilo interessante. In più, si crea un prodotto realizzato completamente in materiale riciclato. Da qui il loro enorme successo e i vari riconoscimenti, sia per il valore sociale del riciclo che per il valore artistico del prodotto. In questi vent'anni la sede dell'azienda si è spostata varie volte, sempre intorno a Zurigo, e ora è tornata nei pressi dell'autostrada da cui l'idea era partita, a Oerlikon. Le borse sono distribuite in tutto il mondo, ma si possono anche ordinare direttamente dal sito www.freitag.ch, scegliendo fra decine di design diversi per lo stesso articolo. La produzione è stata esternalizzata a una cooperativa che impiega dei disabili, ma il design e la selezione della materia prima si fanno direttamente in azienda, dove lavorano 130 dipendenti. (El.C.)

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