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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2013 alle ore 11:02.
TORINO
La città della Mole punta al 15% di mobilità a due ruote
di Filomena Greco
Torino punta a ritagliarsi un ruolo chiave nella partita delle Smart city in due ambiti: mobilità sostenibile – con l'obiettivo di spostare sulla due ruote almeno il 15% degli spostamenti fino al 2020 – e efficienza energetica. «Il 13 dicembre – anticipa dal Brasile l'assessore all'Ambiente del Comune di Torino con delega al Progetto Smart City, Enzo Lavolta – riuniremo soggetti pubblici e privati per presentare le 45 idee per la città del futuro, frutto di cinque mesi di lavoro su diversi tavoli tematici. si tratta delle idee che stiamo trattando anche nell'ambito del Forum mondiale dello sviluppo economico locale, che l'anno prossimo si svolgerà a Torino». Il lavoro è cominciato a inizio anno, in collaborazione con Fondazione Torino Smart City e con il coordinamento tecnico di Torino Wireless, ed è sfociato nella piattaforma Smile che fotografa lo stato dell'arte e proietta la Città verso il futuro.
Tra i partner tecnologici del Comune di Torino c'è Iren, la multiutility guidata dall'ex Rettore del Politecnico di Torino ed ex ministro Francesco Profumo, in prima linea sui temi dell'efficienza energetica, dell'analisi e dell'ottimizzazione dei consumi sugli edifici pubblici, l'illuminazione pubblica a led e e del teleriscaldamento – il 40% delle case teleriscaldate, con allo studio da parte di Iren di sistemi di accumulo di calore per incrementare la volumetria teleriscaldata e parità di fonti di produzione.
Sul fronte della mobilità sostenibile, Torino sperimenterà forme di trasporto pulito delle merci mentre 20 giorni fa l'amministrazione ha approvato il Biciplan, documento che fa il punto, nero subianco, sulle piste e i percorsi ciclabili in città e nei parchi, 175 chilometri ad oggi – erano 60 nel 2003 – con l'impegno di sviluppare una vera e propria rete, lungo direttrici e circolari che, a sistema, sarà estesa per 160 chilometri. La quota mancante di collegamenti per completare il disegno è pari a 65 chilometri, con una stima di costi per la fattibilità pari a 4,5 milioni. L'idea è quella di costruire una rete completa, estesa su circa 2,5 chilometri e mezzo, con segnaletica ad hoc, vie di accesso a traffico lento (aree 30) e isole ambientali. Obiettivi ambizioni per la città che si contende con Milano la palma d'oro di centro maggiormente inquinato, con una densità automobilistica seconda soltanto a Napoli. E che, d'altro canto, può contare su un servizio di bike sharing tra i più sviluppati in Italia, con 96 stazioni attive, 18mila abbonamenti annuali e 5.800 prelievi giornalieri.
GENOVA
Siemens fa esperienza e cerca fondi e investitori
di Raoul de Forcade
Città smart ma non solo. Siemens, uno dei grandi partner hi-tech dell'Associazione Genova Smart City, composta dal capoluogo ligure, Enel Distribuzione e Università, ha obiettivi che guardano oltre i finanziamenti Ue e del Miur. «Noi vogliamo - spiega Federico Golla, ad dell'italiana Siemens - che il tema dell'efficienza energetica possa essere recepito da fondi e investitori. Del resto, per i nostri progetti smart, ad esempio su illuminazione e riscaldamento degli edifici, abbiamo un break even che non supera i 4 anni e garantisce risparmi energetici fino al 30%, con ritorni a breve».
Siemens è una delle aziende che partecipa al progetto Smart city di Genova, ma punta fortemente sulla sperimentazione fatta sotto la Lanterna. «Cercheremo di utilizzare quanto stiamo facendo a Genova e a Savona - dice Golla - sviluppandolo per i bisogni delle aree dell'Expo 2015 di Milano, dove siamo partner di Enel». A Genova Siemens ha terminato lo studio di efficienza energetica su palazzo Albini (che ospita uffici comunali) e da gennaio, prosegue Golla, «traslocheremo sulla collina degli Erzelli dove sarà allestito un centro dimostrativo per la smart city dal quale potremo collegarci, in remoto, con i nostri progetti in fieri. Ad esempio col campus universitario di Savona, dove stiamo mettendo a punto una rete intelligente, con pale eoliche e una turbina a gas, che lo rende autonomo dal punto di vista di illuminazione e riscaldamento».
La possibilità di rendere remunerativa la tecnologia smart è ben chiara anche a Francesco Oddone, assessore allo sviluppo economico del Comune e coordinatore del progetto smart city: «Le tecnologie ecocompatibili che vengono sviluppate sono applicabili al territorio ma possono anche essere vendute. In ogni caso, grazie ai fondi stanziati dall'Ue, noi stiamo procedendo con i progetti smart senza gravare sul bilancio comunale, a parte qualcosa messo come ore/uomo e sul piano triennale degli investimenti». Genova, ricorda l'assessore, «è l'unica città ad avere ottenuto, nel 2011, l'ok a tutti i tre piani presentati. Oggi stiamo lavorando sul progetto Transform (finanziato dall'Ue con 674mila euro), che punta a trasformare in senso smart quartieri già esistenti; poi su Celsius (2,42 milioni), di teleriscaldamento e teleraffrescamento; infine sul progetto R2 Cities (2,48 milioni), per la ristrutturazione e il risanamento energetico di edifici».
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