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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2013 alle ore 10:58.
Il riciclo è uno dei cardini delle politiche di sostenibilità ambientale e la via maestra nella gestione dei rifiuti. L'Unione europea indica nella "società del riciclo" l'obiettivo a cui tendere per ottimizzare la gestione delle risorse e prevede obiettivi del 50% al 2020 per i materiali di imballaggio. Anche in Italia, seppur con luci e ombre, il riciclo si è sviluppato significativamente negli ultimi anni. Per gli imballaggi le quantità avviate a riciclo sono cresciute del 24% in un decennio. Quelle della plastica sono addirittura raddoppiate nello stesso periodo. Il riciclo, spinto per ragioni ambientali, ha però anche rilevanti ricadute industriali ed economiche.
Per molte industrie i materiali provenienti dalla raccolta differenziata costituiscono una quota molto importante e crescente delle materie prime impiegate nei processi produttivi. A fianco dei vantaggi ambientali, come ad esempio la riduzione delle emissioni e dei rifiuti mandati in discarica, crescono anche i benefici economici, come la disponibilità di materiali recuperati, la riduzione dei costi di smaltimento e la creazione di indotto e occupazione. Nel caso della plastica, lo studio "Riciclo e politiche di packaging sostenibile" condotto da Althesys stima come il riciclo degli imballaggi abbia portato al nostro Paese benefici complessivi per circa 2,7 miliardi di euro in dieci anni. Questi comprendono effetti economici, ambientali e sociali, tanto diretti che indiretti, delle politiche di raccolta, riciclo e prevenzione dei rifiuti d'imballaggio, effetti valutati tramite un'analisi costi-benefici.
Raccogliere e riciclare imballaggi in plastica comporta maggiori costi per 1,9 miliardi di euro e benefici incrementali per 4,6 miliardi per un guadagno netto pari a 2,7 miliardi di euro. Le voci di costo (o di mancato beneficio) sono legate ai maggiori oneri necessari per organizzare la raccolta differenziata e la selezione. I vantaggi derivano dal minor ricorso a materie prime, dalla riduzione della produzione e quindi dello smaltimento dei rifiuti e dalle attività economiche indotte. Il riciclo degli imballaggi in plastica ha evitato 117 discariche in dieci anni e l'emissione di 8,2 milioni di tonnellate di CO2; si sono risparmiati 418,5 milioni di euro di costi di smaltimento dei rifiuti urbani e si sono recuperati materiali per un valore di circa 493,7 milioni di euro. Inoltre, la raccolta-riciclo degli imballaggi ha portato importanti ricadute economiche e industriali, facendo nascere nuovi impianti e imprese dedicati al trattamento e al riciclo, generando indotto e occupazione. In dieci anni, il riciclo delle sole bottiglie in Pet ha portato benefici netti complessivi per 1,2 miliardi di euro. Si sono evitate 42 discariche ed emissioni di CO2 per 3 milioni di tonnellate.
Rilevante è anche il contributo dato dalla ricerca e dall'innovazione delle imprese per ridurre all'origine gli imballaggi: negli ultimi dieci anni l'uso di Pet si è infatti ridotto del 35 per cento. In questo quadro, una caso di eccellenza è quello del gruppo Sanpellegrino. La raccolta e riciclo delle bottiglie prodotte ha contribuito in un decennio a portare all'Italia benefici complessivi per 232 milioni di euro. Sotto il profilo ambientale, il riciclo delle bottiglie di Pet del gruppo, pari a circa 204.863 tonnellate, ha permesso di evitare l'emissione di circa 559mila tonnellate di CO2 e recuperare materie prime seconde da riciclare per un valore stimato in oltre 35 milioni di euro. Un contributo alla qualità dell'ambiente e un sostegno al sistema industriale italiano assicurato dalle politiche di sostenibilità del packaging. Vale a dire, valore per l'ambiente e per il portafoglio di cittadini e imprese.
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