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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2013 alle ore 10:57.

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Walter MattiussiWalter Mattiussi

Pochi mesi fa la Norvegia ha lanciato un allarme: «Vendeteci i vostri rifiuti perché i nostri cittadini sono così disciplinati da riciclare tutto e noi non sappiamo più come produrre energia». Poche settimane fa, Oslo ha scelto di distribuire contenitori per la raccolta di rifiuti organici firmati Mattiussi Ecologia. La capitale mondiale dell'ambiente, quindi, ha scelto un'azienda di Udine. E non a caso. La società fa della sostenibilità il suo punto di forza e utilizza di preferenza materie prime riciclate post-consumer, provenienti dalla raccolta differenziata e certificate con marchio plastica seconda vita.

Nata trent'anni fa nel capoluogo friulano, Mattiussi Ecologia è cresciuta fino a dare lavoro a una trentina di persone e a toccare un fatturato di 12 milioni che non ha subito i venti della crisi: «È un successo esser riusciti a mantenere stabili i ricavi, soprattutto perché lavoriamo con gli enti pubblici di cui conosciamo le ristrettezze economiche», dice il presidente Valter Mattiussi, 57 anni.
L'azienda anticipa sempre i trend ambientali: ha cavalcato l'introduzione dei cassonetti stradali in metallo, poi di quelli in polietilene, per passare, quando è introdotto in Italia il compostaggio domestico (rifiuti da giardino e organici), a creare contenitori in plastica, di tutte le dimensioni da 3 litri fino alle campane da 3mila litri. «Facciamo ricerca sui contenitori e sulle forme - continua Mattiussi -: vogliamo avvicinare enti e cittadini al riciclo di tutto grazie a oggetti che siano accattivanti, oltre che utili». Poco contenitori per rifiuti e molto oggetti di design, tanto che nel 2001 il Composter 660 è stato segnalato al Compasso d'Oro (Decoma Design). Un successo che ha dato vita a partnership con Area Science Park di Trieste e con il centro trasferimento tecnologico Friuli Innovazione: «Bisogna essere visionari e anticipare le esigenze del mercato», è la filosofia di Mattiussi.

Dato che i rifiuti sono la prova tangibile di un modello di sviluppo insostenibile e autodistruttivo, bisogna ribaltare il problema e farli diventare occasione di vita sostenibile; così Mattiussi Ecologia ha ideato e prodotto, per assecondare la raccolta porta a porta del materiale organico, contenitori sottolavello aerati, realizzati con materiale che viene dalla raccolta differenziata. Il cerchio si chiude: riciclare per riciclare ancora, e non lasciare alcun rifiuto. Questa scelta è stata così apprezzata a livello internazionale che prodotti Mattiussi sono distribuiti in Spagna, Portogallo, Francia, Danimarca, Regno Unito (Oltremanica anche una succursale).
Ora la sfida è usare materie plastiche derivanti da fonti rinnovabili (amido di patate o di mais), cioè da bio-plastiche: «Il nostro centro di ricerca, che ha completato l'ingegnerizzazione di Olimax, nato per la raccolta dell'olio vegetale esausto in cucina, è al lavoro, senza dimenticare il valore di arredo degli oggetti». Così, i cittadini avranno un motivo in più per raccogliere e riciclare: «I rifiuti - conclude Mattiussi - sono una risorsa». E saper riciclare è donare un po' di aria pulita a questo nostro sgangherato mondo.

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