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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2013 alle ore 11:02.

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Donald WichDonald Wich

«L'automazione industriale, settore trainante per l'export, diventa sempre più centrale per l'economia del Paese. Ecco perché la creazione di una piattaforma d'incontro tra i produttori di macchinari e aziende italiane o filiali di multinazionali (tedesche, americane, giapponesi, francesi) che forniscono software, sistemi e componenti per l'automazione elettrica ha ottenuto un successo superiore alle aspettative, che ci spinge a raddoppiare gli spazi espositivi».

Ad annunciarlo è Donald Wich, amministratore delegato di Messe Frankfurt Italia, che organizza a Parma la fiera e congresso Sps Ipc Drives Italia, sorella minore della omonima manifestazione tedesca dedicata all'automazione industriale. «Abbiamo riempito un vuoto italiano – dice l'ad – avvalendoci del concept ampiamente collaudato nella fiera tedesca che, con 1.200 espositori su una superficie di oltre 100mila metri quadrati, è da oltre vent'anni leader in Europa». In appena tre edizioni, Sps Ipc Drives Italia ha superato i 500 espositori e 18mila visitatori su 40mila metri di superficie coperta. Ed è pronta a crescere ancora.

«Nel 2014 apriremo il secondo padiglione - sottolinea Wich - per accontentare tutte le aziende che hanno chiesto visibilità e, allineandoci alla domanda intercettata, ci connoteremo come fiera internazionale». Più spazio, più interlocutori, maggiore confronto internazionale: queste le prospettive della manifestazione in programma dal 20 al 22 maggio 2014 a Parma, che conterà su oltre il 20% di superficie espositiva in più. «Ci aspettiamo di saturare i padiglioni nell'arco di tre anni. Nel frattempo, mettiamo più spazio a disposizione di visitatori ed espositori guardando in prospettiva, al di là delle dinamiche congiunturali, alla crescita del settore». Donald Wich spiega così l'investimento di medio-lungo termine sul più importante appuntamento della Fiera di Francoforte in Italia: «È vero che molte aziende stanno ancora vivendo un momento non facile. Ma l'Italia resta, dopo la Germania, il secondo paese manifatturo in Europa. A soffrire sono i consumi interni. Mentre l'export, che per l'automazione industriale significa il 70% del fatturato, mostra un trend positivo». Il segreto della "ricetta" tedesca è avere sviluppato, sin dagli albori della fiera assieme a un nucleo ristretto di aziende leader, un sistema di business in cui dialogano tutti i player della filiera.

«Questa sinergia è il nostro punto di forza - conferma Wich - così come la specializzazione della fiera, che non ha mai tradito le sue origini settoriali, premianti rispetto a manifestazioni generaliste». Un successo che ha spinto Anie Automazione ad affiancarsi a Messe Frankfurt per l'organizzazione del 13° Forum sul Telecontrollo dedicato a competitività e sostenibilità. Competitività inconcepibile, in questo momento storico, senza l'internazionalizzazione. Non è dunque un caso se il secondo appuntamento autunnale di Messe Frankfurt Italia sarà - in collaborazione con il Gruppo 24 Ore - la seconda edizione di Fimi, forum sull'internazionalizzazione del made in Italy dedicato alla competitività del manifatturiero, il 14 novembre.
«Con case history di successo del panorama industriale italiano - afferma Wich - ci focalizzeremo sull'eccellenza produttiva quale fattore chiave per competere sui mercati globali». Un ulteriore momento di confronto che sottolineerà quanto l'automazione stia giocando da protagonista nella revisione dei processi produttivi e sia pronta a mettere a disposizione della collettività tecnologie e competenze acquisite nell'industria. «Costruire città e comunità intelligenti è un gap che l'Italia - rileva l'ad di Messe Frankfurt Italia - è interessata a colmare». (C.R.d'A.)

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