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Questo articolo è stato pubblicato il 13 ottobre 2010 alle ore 09:41.

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Viaggio nel cuore della Cina che vince la sfida del fotovoltaico sotto gli occhi di Dr. Shi ((Bloomberg)Viaggio nel cuore della Cina che vince la sfida del fotovoltaico sotto gli occhi di Dr. Shi ((Bloomberg)

La stessa visione di Stuart Wenham, responsabile dello sviluppo tecnologico dell'azienda e allo stesso tempo direttore del centro di ricerca di Green, che oggi ha abbandonato la ricerca attiva ma fa ancora parte del board dell'istituto e collabora con Suntech. Wenham coordina il lavoro di ricerca del colosso cinese. Il percorso intrapreso per migliorare l'efficienza delle celle tradizionali è quello iniziato a suo tempo da Green e dal giovane dottorando Shi. Suntech lo ha chiamato progetto Pluto. Si tratta di intervenire sul processo di stampa delle superfici. Le linee di pasta di argento vengono avvicinate il più possibile in modo da rendere più efficiente la raccolta di carica dal silicio. Vengono utilizzati wafer più sottili e dunque il processo di stampa va modificato. «Al momento produciamo 6 MW al mese con la prima fase di Pluto - continua Wenham – ma nel 2011 prevediamo di mettere sul mercato 450 MW». L'efficienza di questi moduli arriva al 19-19,5%, contro una media del 15%. La fase 2, che dovrebbe arrivare sul mercato per la fine del 2011, raggiungerà il 21%, mentre la fase 3 il 22-3%. «L'incremento di un punto percentuale nell'efficienza taglia i costi del 6%», dice Wenham.

Nel frattempo Suntech collabora con con la Swinburne University of Technology di Melbourne per sviluppare «la terza generazione del fotovoltaico», quella che riesce a superare i limiti teorici delle celle assorbendo tutte le lunghezze d'onda della luce solare. Questi progetti non arriveranno alla fase commerciale «prima di dieci anni». Quanto alla tecnologia al film sottile, il responsabile dello sviluppo di Sunteh dice di non essere «un entusiasta» di questa tecnologia, che «ancora non è competitiva. Oggi l'efficienza è di circa l'11%, diventerà interessante quando raggiungerà il 15%». Negli ultimi anni la crescita mondiale del fotovoltaico è dipesa più dal calo del prezzo dei moduli che dall'aumento dell'efficienza. Lo stesso balzo della Cina dipende soprattutto dal basso costo di produzione piuttosto che dal lavoro di ricerca, che generalmente, come nel caso di Suntech, mette a frutto le competenze dei migliori laboratori europei, americani e australiani. «Tra cinque o dieci anni le cose non staranno più così. La Cina perderà questo vantaggio. Conterà più la tecnologia del posto in cui si produce. Per questo il paese sta puntando su progetti di ricerca più focalizzati», conclude Wenham.

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