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Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2011 alle ore 16:25.

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«In Italia ci sono tutte le condizioni industriali per sviluppare al meglio il mercato del micro-idroelettrico. Inoltre, le caratteristiche storiche del nostro sistema produttivo, fatto di numerose piccole e medie imprese, ci mettono in un'ottima posizione per esportare la nostra esperienza in altri paesi europei più indietro di noi in questo ambito, attorno a cui ruota buona parte del futuro dell'idroelettrico.

Per favorire questo processo è sufficiente incentivare, come ha fatto la regione Piemonte, le sinergie tra le imprese del territorio», spiega a Sole24Ore.com Roberto Isola, coordinatore tecnico del polo di innovazione energie rinnovabili e mini-hydro promosso da Confindustria Piemonte - Vercelli, a margine dell'incontro "Stream map, l'idroelettrico ha i numeri per guardare al futuro!", organizzato da Aper (Associazione produttori energia da fonti rinnovabili). Shp Stream Map è un progetto coordinato da European Small Hydropower Association (Esha), cofinanziato dal programma Iee (Intelligent Energy for Europe) della Commissione Ue, a cui partecipano dieci partner europei. Il progetto partito nel 2009 durerà fino al giugno del 2012.

L'obiettivo è tracciare delle strategie comuni per il piccolo idroelettrico in vista dell'obiettivo del 20% di energia da fonti rinnovabili entro il 2020 stabilito dalla direttiva europea 2009/28. Un aspetto importante del progetto è poi la realizzazione di un database, Hydi (Hydro Data Initiative), per garantire statistiche e informazioni in materia di mercato e normative per l'intero settore nei 27 Stati membri dell'Ue. "Quando si parla di micro-idroelettrico è sempre difficile mettersi d'accordo sulla effettiva dimensione degli impianti che rientrano in questa definizione. In Europa si considerano compresi in questa categoria gli impianti che hanno una potenza inferiore ai 10 Mw.

Va detto, però, che in Italia negli ultimi anni si sono realizzati diversi impianti con potenze inferiori o di poco superiori a 1 Mw. In ogni caso, il piano nazionale di azione sulle rinnovabili, che recepisce la direttiva Ue 2009/28, mostra chiaramente come il nostro paese abbia deciso di puntare sui piccoli progetti. Infatti, nel piano di azione nazionale per le energie rinnovabili si prevede che la potenza installata dell'idroelettrico rimanga sostanzialmente costante per i prossimi anni (21.856 Mw nel 2010, di cui circa 18.000 Mw da fonti naturali – dati Terna, ndr), ma che sia determinata in misura crescente da nuovi piccoli impianti, grazie ai quali si compenserà il calo di efficienza delle strutture più grandi e datate", evidenzia Sara Gollessi di Aper.

Le stime di Aper mostrano una buona vitalità del mini-idroelettrico in Italia. Nel 2010 risultano in costruzione 80 nuovi impianti di taglia inferiore ai 10 Mw per una potenza installata totale di circa 153 Mw. Invece, i grandi progetti partiti l'anno scorso sono quattro per una potenza complessiva di 147 Mw. "Il piccolo idroelettrico non soltanto è una fonte energetica sostenibile, compatibile con la tutela dell'ambiente, ma, se fatto bene, può fungere da presidio dei corsi d'acqua e aiutare a gestire meglio il territorio", precisa Stefano Maran, capo gruppo di ricerca del dipartimento ambiente e sviluppo sostenibile di Rse Spa (Ricerca sul sistema energetico).

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